Cultura e spettacoli - 11 febbraio 2017, 18:30

Capitale italiana della Cultura, un sogno infranto

Settimo Torinese ci riproverà nel 2020. Il sindaco Puppo: "Peccato, la nostra città non è certo seconda a nessuno in quanto a integrazione e accoglienza"

Brucia ancora, a Settimo Torinese, la mancata assegnazione del riconoscimento di capitale italiana per la cultura. Un traguardo che sembrava fin troppo ambizioso ma, arrivati a un passo dalla vittoria, le recriminazioni non possono mancare. Ha vinto Palermo, non tanto per la bellezza indiscutibile della città, ma per la sua “capacità di accogliere”, questa è stata la motivazione della giuria.

Il sindaco di Settimo, Fabrizio Puppo, commenta il risultato con sportività, ma sulla motivazione diventa un po' pungente: “Ha vinto Palermo meritatamente – dice ai nostri taccuini – ma Settimo non è certo seconda nessuno in quanto ad accoglienza. Il capoluogo siciliano non ha certo un Centro di prima accoglienza come abbiamo noi. Il nostro è stato comunque un grande successo. Entrare tra le prime cinque città italiane è stato un grande onore. E lo è ancor di più – sottolinea Puppo – aver aperto una nuova strada in questo particolare concorso. Dalla prossima edizione, infatti, nel bando verranno inseriti nuovi parametri oltre alla bellezza e la storia dei luoghi, come integrazione e capacità di trasformarsi, quelli cioè che erano contenuti nel nostro dossier. Siamo soddisfatti per il percorso fatto e per i riconoscimenti ottenuti. Ci riproveremo nel 2020, in quanto per il 2019 il posto è già assegnato d'ufficio a Matera, che sarà anche capitale europea”.

Flavio Giuliano