Politica - 17 febbraio 2017, 15:15

Elezioni Chivasso: dietrofront di Zollo: "Troppi preconcetti, mi ritiro"

Sangue e arena all'assemblea Pd, pronte le dimissioni del segretario Gianni Pipino dopo l'anatema del provinciale Morri: "Non farete le primarie". Anche Sel aveva bocciato la candidatura dell'ex segretario di An

Nella foto, il vicesindaco Massimo Corcione, il segretario provinciale Fabrizio Morri e quello cittadino Gianni Pipino

Prove generali di scissione nel Pd e Chivasso da ieri è nella bufera. Roberto Zollo ha ritirato la sua candidatura alle elezioni primarie del Pd di Chivasso e Gianni Pipino, il segretario cittadino, ha preparato la lettera di dimissioni dall'incarico: "Non vedo altra strada". Ieri sera, poco prima dell'inizio dell'assemblea del Pd, Sel aveva inviato un comunicato nel quale bocciava la candidatura minacciando l'uscita dalla coalizione, poi il veto del segretario provinciale del Pd Morri: “Chiederò il commissariamento della sezione”. Questa mattina, in poche righe, lo stesso Zollo ha scritto al segretario provinciale del Pd, Fabrizio Morri: “Prendo atto del veto preconcetto e ideologico (probabilmente strumentale per ragioni politiche che non hanno alcunché a vedere con la città di Chivasso) – scrive – imposto dalla segreteria provinciale e regionale del Partito Democratico sulla mia candidatura alle prossime primarie aperte del centrosinistra e pertanto, non essendoci le condizioni per proseguire in tal senso, ritiro la mia disponibilità al riguardo. Mi preme ringraziare il segretario cittadino Gianni Pipino, per la stima e fiducia accordatami, assolutamente ricambiata sia a livello umano sia a livello personale”.

Il dietrofront è maturato dopo l'infuocata assemblea degli iscritti che si è tenuta fino a tarda notte nella sala consigliare del Comune di Chivasso che avrebbe dovuto impalmare la candidatura “forte” di Roberto Zollo da parte della segreteria cittadina. Una proposta che ha suscitato forti reazioni sia interne che esterne, in virtù del passato di Zollo di consigliere di Alleanza Nazionale e presidente del Consiglio comunale (e passaggio nell'Udc) con sindaco il centrodestra Andrea Fluttero. E' stato un crescendo rossiniano, partito dall'adagio dell'introduzione del segretario Gianni Pipino che ha descritto i regolamenti statutari chiudendo con la proposta Zollo, a un “accelerando agogico” con l'intervento del segretario provinciale Fabrizio Morri: “Sono stato chiamato a partecipare per parlare di politica e vi dico che le segreterie provinciale e regionale sono estremamente preoccupate del circo mediatico nel quale verrà coinvolto il partito. Ho già ricevuto telefonate dal Fatto Quotidiano e dal Corriere della Sera. La notizia è ghiotta. Possibile che non ci sia in tutta Chivasso una persona all'altezza della candidatura che non sia stata presidente del Consiglio comunale nell'era Fluttero?”

Poi la reiterata richiesta all'assessore regionale Gianna Pentenero di “fare un sacrificio e di generosità per la sua città e per evitare danni collaterali al partito” che a più riprese aveva declinato l'offerta, a tutti i livelli. Ma il “ripensamento di Gianna”, presente tra il pubblico, non c'è stato. Anzi, l'interessata è intervenuta ringraziando sì per la stima ma asserendo anche con veemenza di non volerne più sentire parlare: “Sono stata votata per assumere questo incarico, sto portando avanti progetti e programmi e non ho nessuna intenzione abbandonare il percorso che ho intrapreso, tanto meno facendo scorrettamente leva sul senso di responsabilità. Inoltre non ci sarebbe nessun esito scontato, anzi sarà molto difficile. Il sindaco l'ho già fatto per la mia città che è Casalborgone, una bella esperienza, ma ora porto a termine il mio mandato”.

Tra i due gli animi si sono accesi: “Dunque, rifiuto l'offerta e vado avanti, come nella trasmissione dei pacchi”, ha detto ironicamente Morri.

Ma il nodo al pettine è venuto quando il segretario provinciale ha chiesto quale fosse questa coalizione che potesse consentire di promuovere le primarie aperte, quindi con la presenza di persone non tesserate al Pd. Lo scenario che si è aperto è stato quello di una lista civica con Roberto Zollo e le candidature interne del vicesindaco Massimo Corcione e dell'assessore Claudio Castello.

Ma proprio l'intervento di Massimo Corcione, di area renziana (minoritaria nella segreteria locale) ha fatto saltare il mazzo: “In questi cinque anni mi sono assunto tutte le responsabilità, anche quelle che non avevo, sono profondamente deluso per la mancanza di fiducia – ha detto -. In questi mesi sono stato il nemico da abbattere, fino a barattare la storia di un partito per un posto a Palazzo Santa Chiara. Non parteciperò a delle primarie che non sono di centrosinistra e dove alla base non c'è alcun progetto politico per la città. Non scappo col pallone in mano, anzi ve lo lascio, ma non gettate alle ortiche il lavoro di questi cinque anni e – rivolgendosi all'assemblea - tenete almeno la barra dritta sui valori del centrosinistra. Non fatevi dettare la linea da chi non rispetta la storia della sinistra italiana”. Resta dunque un'unica candidatura presunta, lui presente all'assemblea non si è pronunciato.

Un intervento, insieme ad altri fermamente contrari alla candidatura Zollo, che ha spiazzato tutti. Gli animi hanno iniziato ulteriormente a scaldarsi, placati per alcuni momenti da lucido intervento da parte di Pasquale Centin. “Prendiamoci del tempo, non coltiviamo la solitudine. Si è sottovalutato l'effetto boomerang di questa proposta, l'intelligenza sta nel capire quando il segno è stato superato” ha detto al termine del suo articolato intervento. "Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista alle prossime generazioni", per dirla alla Alcide De Gasperi

Poi però il segretario Gianni Pipino è stato chiaro: “La politica è fatta di regole, se determinati profili non vanno bene questo si deve tradurre in regolamenti – ha detto. Domani il Pd nazionale potrebbe fare alleanze con Forza Italia e noi stasera ci saremmo solo presi in giro”.

Il messaggio “L'importante è solo vincere” che arriva anche dal vicesegretario Stefano Pipino non è gradito a Morri che, battendo con forza i pugni sul tavolo tuona: “La federazione regionale utilizzerà tutti gli strumenti che ha a sua disposizione e che sono contenuti nelle norme statutarie per far sì che queste primarie di coalizione non si terranno”, tradotto, vi mandiamo il commissario e deciderà lui chi candidare. Ora il problema non sipone più, il Pd di Chivasso però potrebbe essere, già nelle prossime ore, senza segretario. Sarà il presidente dell'Unitre Giuseppe Busso il suo successore?

E forse aveva visto lungo Oscar Wilde quando diceva "Adoro i partiti politici, sono gli unici posti rimasti dove la gente non parla di politica".


Flavio Giuliano