Nella Commissione Sanità tenutasi ieri relativamente al Bilancio 2017 si sono evidenziati i risultati delle delibere “Taglia Sanità” approvate nel 2014 da Chiamparino e Saitta.
La mobilità passiva, spese che la Regione deve sostenere per i piemontesi che sono costretti ad “emigrare” per farsi curare in altre regioni, è schizzata dai 251 milioni del 2016, ai 283 milioni del 2017 fino ad arrivare alla cifra mostre di 298 milioni nel 2018.
Ciò purtroppo non sorprende visto che i 283 milioni del 2017 rappresentano quanto i piemontesi hanno utilizzato per accedere alla sanità extraregionale nel 2015 e i 298 previsti per il 2018 quanto è stato speso per la “sanità con la valigia in mano” nel 2016.
Ecco i risultati concreti delle delibere costruite dal centrosinistra dall'inizio del loro mandato alla guida della Regione Piemonte. In soli due anni saremo costretti a pagare ad altre regioni (principalmente alla Lombardia) 79 milioni di euro in più per prestazioni sanitarie (32 nel 2015 più i 47 del 2016). Ed ecco anche spiegata la difficoltà di avere cure in tempi certi nella nostra regione.
“Questa è la dimostrazione – dichiarano i consiglieri regionali di MNS Gianluca Vignale e di Forza Italia Claudia Porchietto - di quanto da anni stiamo dicendo. La chiusura di reparti, il taglio di posti letto, l’allungamento delle liste d’attesa purtroppo costringe i piemontesi a farsi curare con la valigia in mano o a ricorrere sempre di più alla sanità privata”.
“Non solo siamo di fronte ad una politica scellerata che taglia la produzione ospedaliera, ma che è anche fallimentare dal punto di vista economico. Proprio per questo motivo abbiamo promosso, insieme a tutti gli altri colleghi di gruppo, un referendum abrogativo delle delibere 'taglia salute' di Saitta e Chiamparino”.