Attualità - 14 marzo 2017, 14:41

Confagricoltura all'attacco: “All’industria lattiero - casearia interessa ancora il latte piemontese?”

"I rinnovi dei contratti partono dunque in salita e a questo punto è fondamentale che l'industria dica chiaramente se ha ancora interesse al latte piemontese di qualità, oppure se ritiene di fare a meno delle nostre produzioni"

Confagricoltura all'attacco: “All’industria lattiero - casearia interessa ancora il latte piemontese?”

Ancora un nulla di fatto al Tavolo del Latte che si è riunito ieri, lunedì 13 marzo 2017 a Torino nella sede dell'Assessorato regionale all'Agricoltura.

“Abbiamo preso atto con dispiacere dell'indisponibilità dell'industria a un confronto aperto e trasparente", commenta Confagricoltura, "sulle proposte della parte agricola per quanto riguarda la definizione di parametri oggettivi e univoci per la valorizzazione della qualità del latte dei nostri allevamenti".

"Alle indicazioni concrete del mondo produttivo" – prosegue - "l'industria ha risposto con argomentazioni generiche, poco attente alla qualità e all'origine del latte dei nostri allevamenti”. Per questo motivo Confagricoltura ritiene che, in assenza di nuovi atti concreti da parte dell'industria, si siano ormai esauriti gli spazi di confronto.

“Giudichiamo grave l'atteggiamento industriale" -precisa Confagricoltura - "soprattutto in questo periodo dell’anno, a poche settimane dal 31 marzo, data in cui si concluderà la campagna lattiero casearia. I rinnovi dei contratti partono dunque in salita e a questo punto è fondamentale che l'industria dica chiaramente se ha ancora interesse al latte piemontese di qualità, oppure se ritiene di fare a meno delle nostre produzioni, soprattutto in vista dell’avvio dell’obbligo dell’etichettatura d’origine per i prodotti lattiero caseari, che scatterà il prossimo 19 aprile”. 

Confagricoltura chiede anche un impegno più incisivo della Regione nel confronto: "Il marchio Piemunto voluto dall’assessorato e sostenuto con convinzione dagli allevatori finora ha assicurato ottimi risultati alle industrie che hanno aderito al progetto, sia dal punto di vista dell’immagine, sia sotto l’aspetto commerciale, ma chi produce non ne ha beneficiato in alcun modo”.

Cinzia Gatti

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