Attualità - 28 marzo 2017, 17:30

Dal Regina Margherita di Torino tre specializzande in pediatria in partenza con Medici con L'Africa Cuamm

Federica in Tanzania, Maria Elena in Angola e Raffaella in Etiopia: per sei mesi continueranno la loro formazione in un ospedale africano, a fianco di chi ha più bisogno

Sono ben tre le specializzande che nelle prossime settimane partiranno per un paese africano con Medici con l’Africa Cuamm, tutte dall’Ospedale Infantile Regina Margherita di Tornino. Federica Chiale, Maria Elena Donadio e Raffaella Marino lavorano e studiano in Italia per diventare pediatre, ma grazie al progetto Junior Project Officer del Cuamm, dedicato agli specializzandi, potranno passare sei mesi della propria formazione in un ospedale africano, a fianco di un tutor esperto, per imparare a lavorare in contesti a risorse limitate, dove c’è più bisogno del loro lavoro.

Federica Chiale, 29 anni, originaria di Pinerolo, è la prima a partire per Tosamaganga, in Tanzania, il 30 marzo. Non è la prima volta che parte per l’Africa: ha già passato come volontaria diversi periodi in Congo, Uganda, Senegal e Mauritania.

«Il Cuamm l’ho visto lavorare sul campo in Uganda, nell’ospedale di Matany – racconta Federica – e sempre con il Cuamm già due specializzande sono partite dal nostro ospedale. È dalla seconda media che sogno di fare il medico in Africa: avevo conosciuto un missionario del Congo, ci raccontava i bisogni che ci sono dalla terra da cui proviene, è stato un incontro molto importante. Oggi sento il bisogno di dedicare parte del mio tempo e delle mie conoscenze a lavorare lì, dove c’è più bisogno e spesso mi sento più utile. L’Africa è spesso stimolante, ti spinge a cambiare il punto di vista sulle cose e a fare bene il tuo lavoro con il poco che c’è».

Maria Elena Donadio, 30 anni, torinese, parte il 5 aprile per l’Angola. Anche lei ha già alle spalle esperienze africane: in Mozambico e in Uganda, insieme a Federica Chiale, di cui è molto amica.

«Andrò a Chiulo – spiega Maria Elena – un ospedale molto isolato nel sud del paese, vicino a zone semi desertiche, dove la gente vive di pastorizia. Considerati questi elementi esterni, saranno sei mesi molto impegnativi, ma parto con molta gioia, sentendomi tutelata a partire in un progetto rivolto proprio agli specializzandi, a fianco di un tutor che già conosce l’ospedale. Per me andare in Africa, oltre che sentirsi davvero utili, significa anche riflettere sul vero valore delle cose, spogliarsi un po’ del superfluo e riflettere di più sulle sfide della nostra professione di medici. Lì la vita e la morte dialogano in maniera diversa, non puoi non pensare a questi temi».

Per il 9 aprile invece è prevista la partenza di Raffaella Marino per l’ospedale di Wolisso, in Etiopia. Nello stesso ospedale Raffaella è già stata in passato, all’interno del Wolisso Project, dedicato agli studenti di medicina. 32 anni, originaria di Chieti, Raffaella è stata con lo stesso progetto anche in Tanzania, sempre in un ospedale del Cuamm.

«La mia partenza per Wolisso è tecnicamente un ritorno: ne sono entusiasta, perché l’ho sempre desiderato. Le esperienze fatte in Africa con il Cuamm mi hanno dato la carica, una spinta decisiva per andare avanti nel mio percorso di formazione. È un grande dono stare in Africa, io ne ho bisogno, mi piace il fatto che con il tuo lavoro puoi entrare davvero in sintonia con le persone. Mi sorprende anche a volte che, nonostante le differenze, i pazienti mi lascino occuparsi di loro, che si fidino. Per me Wolisso ha un valore particolare: se oggi so che mi piace occuparmi dei neonati è perché lì per la prima volta ho avuto l’occasione di stare in sala parto. Una grande emozione che non dimenticherò mai».

In tutti e tre gli ospedali in cui Federica, Maria Elena e Raffaela lavoreranno sarà attivo per i prossimi cinque anni il progetto “Prima le mamme e i bambini. 1.000 di questi giorni”, che vuole garantire l’assistenza sanitaria alle donne per tutto il corso della gravidanza, al momento del parto e per i primi due anni di vita del bambino. La loro partenza rinforza inoltre il rapporto tra Medici con l’Africa Cuamm e il Piemonte, dove è da tempo attivo il gruppo di appoggio Medici con l’Africa Cuamm Piemonte, che con le sue iniziative di sensibilizzazione aiuta a diffondere i valori di Medici con l’Africa Cuamm e a portare l’attenzione sul tema della salute dei più poveri in Africa. In oltre 65 anni di storia, sono più di 70 i medici e i volontari originari di questa regione partiti con il Cuamm per l’Africa.

c.s.