Politica - 28 marzo 2017, 19:30

Boeti (PD): “Incoerente chi oggi chiede il referendum sulla sanità e ieri si opponeva a quello sulla caccia”

Così il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, sulla bocciatura da parte del Consiglio regionale dell’istanza per la promozione del referendum abrogativo sulla sanità regionale

“In politica la coerenza dovrebbe essere una virtù. I promotori dell’iniziativa referendaria sulla delibera sulla riorganizzazione ospedaliera, invece, hanno dato dimostrazione di incoerenza, portando avanti un’iniziativa pretestuosa, prendendo in giro i piemontesi e illudendoli che si potesse cancellare uno dei tasselli fondamentali del percorso che ha consentito alla nostra Regione di uscire dal piano di rientro dal debito sanitario”: così dichiara il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boet, commentando la bocciatura da parte del Consiglio regionale dell’istanza per la promozione del referendum abrogativo sulla sanità regionale.

“Coloro che volevano il referendum sono gli stessi che hanno portato la sanità piemontese al ‘commissariamento’, dal momento che fu l’ultima Giunta Ghigo a non aver coperto un deficit di 700 milioni di euro. Sono gli stessi che durante la Giunta Cota non hanno controllato i conti delle aziende sanitarie e non hanno adempiuto alle richieste del tavolo di monitoraggio di Roma. Sono gli stessi che oggi protestano contro il trasferimento dell’Oftalmico, ma che pochi anni fa con ben due delibere decidevano che quell’ospedale andava trasferito altrove. Sono gli stessi che hanno chiuso il Valdese. E, aggiungo, sono gli stessi che hanno fatto di tutto per impedire lo svolgimento del referendum sulla caccia. Non accettiamo lezione sulla democrazia  diretta da parte di chi fino a ieri la disprezzava”.

“Il consigliere Gian Luca Vignale e gli altri promotori - conclude Nino Boeti - sapevano benissimo che non si può cancellare per via referendaria una delibera di Giunta, che è un atto amministrativo di esecuzione di norme legislative, pertanto non sottoponibile a consultazione referendaria. Ma se si fosse trattato di una questione di diritto, sarebbe bastato il parere Commissione regionale di garanzia che ha dichiarato inammissibile quel referendum. Si è preferito, invece, fare propaganda politica cavalcando le paure dei cittadini. Per fortuna, i fatti contano: grazie alla Giunta Chiamparino il Piemonte è uscito dal commissariamento, i conti sono in ordine, si sta assumendo personale, stiamo progettando nuovi ospedali e case della salute. Abbiamo voltato pagina, adottando scelte necessarie anche se difficili e dolorose (e talune da me criticate). Ora, però, abbiamo le mani libere, e possiamo affrontare priorità quali le liste di attesa e l’assistenza territoriale: su questo i piemontesi ci giudicheranno”.

 

C.S.