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Politica | 05 aprile 2017, 15:15

Canile Sanitario: “Inaccettabili i toni dell’Enpa, trasformiamolo da ricovero a centro di cultura”

In riferimento agli interventi dell’Ente nazionale protezione animali di Torino sul contratto di servizio per la gestione del Canile sanitario della Città di Torino, l’assessora all’Ambiente Stefania Giannuzzi alza i toni della polemica

Stefania Giannuzzi

Stefania Giannuzzi

In riferimento agli interventi dell’Ente nazionale protezione animali di Torino sul contratto di servizio per la gestione del Canile sanitario della Città di Torino, l’assessora all’Ambiente Stefania Giannuzzi ci ha fatto pervenire la seguente dichiarazione.

 “Il tono sollevato dall’Enpa nei confronti dell’Amministrazione comunale per gli annunciati tagli ai contributi per la gestione del canile sanitario, 245mila euro a fronte degli 1,3 milioni previsti dal contratto di servizio, ha raggiunto livelli inaccettabili, con insulti gratuiti rivolti alla Giunta e insinuazioni pesanti sulla presunta volontà di infierire sugli animali ospiti della struttura. Una riduzione di un quinto del contributo era peraltro previsto tra i punti del contratto e a fronte dell’invito  a verificare insieme la contabilità per trovare le soluzioni ottimali non abbiamo ottenuto risposta.

Il rapporto tra animali d’affezione e persone in una città comporta una complessità di problemi e di esperienze che richiedono una capacità di lettura d'insieme e, per contro, la necessità di interventi mirati, quasi caso per caso; una lettura che investe il ruolo del canile nel contesto cittadino. In particolar modo questo vale per un canile pubblico, che deve porsi l’obiettivo della salute dei piccoli ospiti e il loro pronto inserimento in un contesto accogliente, ma soprattutto saper uscire dalle sue gabbie per cogliere i problemi nel territorio, là dove essi si manifestano, e trovare pronte soluzioni: un’azione preventiva in cui il canile è solo l’ultima possibilità da considerare.

Possiamo invece intraprendere azioni di comunicazione più incisive, non limitate al solo fenomeno dell’aumento estivo degli abbandoni, ad esempio per favorire l’adozione di tipologie di cani “poco attraenti”, o per intervenire in zone dove l’abbandono è più frequente. Possiamo agire sul piano dell’educazione all’affido e alla diffusione di una cultura del rispetto per gli animali che vivono in città, come i gatti delle colonie feline. Temi, peraltro, che fanno parte del capitolato condiviso con l’Enpa e firmato insieme, quali attività collaterali da svolgere in collaborazione con la Città.

Vogliamo costruire e diffondere una nuova visione per favorire una convivenza positiva tra persone e animali sul territorio e superare una vecchia concezione del canile come luogo di ricovero e cura, per essere invece luogo aperto alla cittadinanza, dove sviluppare cultura, buone pratiche e innovazione a vantaggio, ovviamente, dei nostri amici a quattro zampe.

Invitiamo dunque l’Enpa a costruire con noi questo percorso e a uscire dal canile, superando la polemica e mettendosi in gioco nel comune interesse della costruzione di una città a misura di cani, gatti e altri animali, cittadini anch’essi con propri diritti”.

C.S.

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