Eventi - 16 aprile 2017, 15:00

“La poesia in esilio. Una vita di versi” di Claudio Lussi, raccontato dal figlio Thomas

Presentata al Balon la raccolta di versi postuma del poeta creativo e migrante

È stata presentata al Bar del Balon la raccolta postuma di poesie intitolata “La poesia in esilio. Una vita di versi” di Claudio Lussi, mancato nell’aprile 2015 all’età di 82 anni.

Il testo si presenta come un omaggio a quest’ultimo da parte dei figli, in particolare di Thomas Lussi, che si è incaricato personalmente di portare a termine il lavoro di impaginazione delle composizioni del padre, iniziato da quest'ultimo negli anni ’80 ai tempi dei Circoli ARCI. Ma si tratta anche di raccogliere pensieri, esperienze, storia, emozioni e percorso di un uomo in un arco temporale che va dall’inizio degli anni Cinquanta al nuovo millennio.

Un omaggio che si struttura in tre forme, ossia attraverso la conoscenza stessa delle poesie di Claudio Lussi, i suoi ritratti fotografici e la sua calligrafia, testimonianza della cultura di quest’ultima, appresa a scuola negli anni Quaranta e Cinquanta, tramite penna e calamaio. Esilio, perché Lussi ha vissuto diverse realtà, nel corso della sua vita, che ha inizio a Monfalcone, città friulana di cantieri navali, per poi proseguire a Fiume, in Jugoslavia, e Bonn, capitale della Germania Occidentale negli anni della Guerra fredda, per concludersi, infine, a Torino, allora città della FIAT.

Le poesie, dunque, hanno come scopo principale proprio quello di raccontare queste molteplici e sfaccettate realtà, attraverso sensazioni, immagini e istanti realmente vissuti dallo scrittore, che era, del mondo, un osservatore “attivo”, di strada, mescolato con la folla che lo animava. Osservazione che gli era favorita anche dalle diverse professioni svolte: in qualità di operaio, operatore culturale in circoli legati a partiti di sinistra, e, infine, artigiano, insieme al figlio Thomas, il poeta annotava lucidamente i cambiamenti, le idee, la libertà intellettuale che caratterizzavano la società contemporanea e che sarebbero, poi, stati trasferiti nei suoi componimenti.

Non solo denuncia e sguardo politico e sociale, ma anche riflessione sulla vita: fil rouge della seconda parte della raccolta, infatti, è l’amore in tutte le sue declinazioni – donne, natura, scrittura. Infatti, “la passione per la poesia”, spiega Thomas, “era il ‘passatempo’ di mio padre, coltivata autonomamente attraverso la disamina attenta della struttura metrica e della matematica linguistica di questo tipo di scrittura”. Tuttavia, “la stesura delle poesie era un’azione intima e riservata. Mio padre era restio a farsi registrare nei suoi racconti, anche nel corso degli ultimi anni, quando era ormai affaticato dal Parkinson e dall’Alzheimer”.

È stato scelto il Balon come inizio del tour di presentazione del testo perché questo luogo, a partire dagli anni ’80, è stato l’unico elemento costante nella vita dell’autore, in un periodo di continua precarietà e incertezza, che gli ha consentito di sostentarsi e arricchirsi soprattutto a livello umano, attraverso l’opera prima sartoriale, poi artigianale, svolta negli ultimi venti anni in cooperazione con il figlio.

Presenti, infine, anche poesie redatte in dialetto e in tedesco, traduzioni degli scritti e delle canzoni del cantautore Wolf Biermann e sonetti.

Roberta Scalise