Altri sport - 28 aprile 2017, 16:32

Padel, il ct azzurr Spector sarà al Monviso Sporting Club

Intervista al ct: "Per me è un onore guidare la nazionale italiana"

Dal 2014 Gustavo Spector, argentino con doppio passaporto e cittadinanza italiana da alcuni mesi, è il CT della nazionale azzurra di padel. Domani e domenica sarà presente al Monviso Sporting Club per uno stage. Ecco cosa ha dichiarato alla vigilia di questo evento.

Buon pomeriggio Gustavo, cosa significa ricoprire la carica della allenatore della nazionale italia?
«In primo luogo è un onore. Rappresenta inoltre un grande stimolo poiché sono e siamo davanti ad un movimento in costante crescita caratterizzato dalla grande voglia degli atleti azzurri di rappresentare il proprio Paese e farlo consapevoli della responsabilità che ciò comporta. Abbiamo anche avuto un po’ di fortuna e bravura nel concludere al sesto posto gli ultimi due Mondiali, alle spalle di nazioni storiche e ad oggi inarrivabili come Spagna e Argentina e come seconda nazionale europea».

Risultati, questi, che fanno ben sperare per il futuro e sui quali occorre continuare a seminare?
«Assolutamente. La quantità dei giocatori italiani sta salendo. Stiamo cercando di trovare una formula per poter seguire con maggior capillarità i migliori elementi, attraverso raduni periodici come si usa fare nel tennis. Non sono ancora riuscito ad ottenerla ma non demordo. A differenza di quanto accade nel tennis, infatti, è più difficile vedere in televisione i nostri tornei e pertanto monitorare i giocatori in ottica convocazioni. Sarebbe meglio per gli stessi e i loro allenatori avere maggiori possibilità di confronto».

Guardiamo al futuro e analizziamo il movimento giovanile.
«Per la prima volta abbiamo predisposto tre momenti per visionare i migliori prodotti del movimento di categoria under 18-16-14-12. Inizieremo a maggio (6-7) in quel di Padova e sarà un raduno allargato, almeno questo nelle mie proposte di lavoro; poi il secondo appuntamento si svolgerà a Milano e qui avremo una prima scrematura degli elementi; infine un terzo meeting a Roma in ottica convocazioni per il Mondiale giovanile che andrà in scena dopo l’estate, in Spagna».

Metodo e prospettive, dunque. Ma quale è stato il percorso personale di Gustavo Spector per diventare CT azzurro?
«Sono arrivato al padel in Argentina nel ’90. Sono stato professionista, quindi sono approdato in Italia. Ho conseguito il diploma di Istruttore di padel europeo e sono anche allenatore di tennis. Da quando la Fit ha accolto il padel tra le proprie discipline sono responsabile del settore per l’Istituto di Formazione Roberto Lombardi. La mia sede abituale di lavoro è Milano. Prossimamente, proprio nell’ambito della formazione tecnica, si svolgerà in Italia il primo corso per diventare Maestro Nazionale, dopo quelli per acquisire le figure di Istruttore di 1° e 2° livello».

Quali caratteristiche deve avere un buon giocatore di padel?
«Non solo essere abile nell’aspetto offensivo e nel gioco di volo, ma saper sfruttare il vetro e le sponde. Questa è una delle maggiori difficoltà che incontra un tennista e sulla quale deve lavorare a lungo, prendendo lezioni e allenandosi con cura. Per il resto il gioco è facile e divertente, così come non risulta ostico adattare i colpi del tennis alla specialità o acquisirli da zero».

Domani e domenica Gustavo Spector sarà al Monviso Sporting Club per due giorni di stage, accanto ad Hugo Sconochini e Alessandro Capitani.
«Arriveremo al Monviso sabato pomeriggio, dopo il match di serie A per i colori della GS Academy Gardanella ed inizieremo questa due giorni che si preannuncia intensa anche sotto il profilo dei contenuti tecnici. Stage promozionali aperti a tutti, domani dalle 17 alle 20 e domenica tutto il giorno, su due campi. Divertimento e spettacolo assicurati».

Materializziamo un sogno da CT azzurro. Quale?
«Portare l’Italia alla semifinale Mondiale, quindi a competere alla pari con il Portogallo, il Cile, il Paraguay e l’Uruguay….magari avvicinando il Brasile. Spagna e Argentina sono ancora troppo lontane».

Lo dicono anche i numeri, basti ricordare che in Spagna si gioca a padel da 30 anni, sono circa 6 milioni di giocatori e tantissime le strutture. In Italia invece circa 6000 i giocatori, con un incremento nei primi mesi del 2017 di quasi 800 tesserati. E in Argentina?
«Il boom c’è stato negli anni ’90. Dal 1998 il Paese ha poi vissuto un calo, ora il padel è in ripresa da alcune stagioni».

Il Gustavo Spector a tutto tondo cosa ama?
«Il padel, il tennis, la pallavolo, il cibo e il buon vino».

c.s.