Eventi - 20 maggio 2017, 17:28

Richard Ford si racconta al Salone del libro di Torino

Nella sala 500, si è confrontato e punzecchiato con Sandro Veronesi, dando vita a una presentazione estremamente interessante

Ieri Federico Motta, presidente dell’AIE (Associazione Italiana Editori) e fautore dello strappo dell’anno scorso, è venuto a cercare un punto d’incontro, una pacificazione, un compromesso con Torino. E mentre diplomazia, pressioni di governo e giochicchi di potere, si svolgono al di fuori, al Lingotto per fortuna continua la cavalcata di successo del Salone del Libro di quest’anno.

File lunghissime ai cancelli, folla brulicante tra gli stand e innumerevoli interessanti incontri anche oggi. Questa è la giornata perfetta per gli appassionati di letteratura americana, in particolare grazie all’incontro con Richard Ford. Autore contemporaneo statunitense, tra i più talentuosi e sensibili, venuto a presentare “Tra loro”, edito da Feltrinelli, il suo primo romanzo autobiografico, dove racconto il suo arrivo di figlio tardivo, seppur desiderato, all’interno di una coppia già solida e realizzata. Il suo essere “il terzo”, come si è autodefinito.

Nella sala 500, Ford e  Sandro Veronesi si sono confrontati e punzecchiati, dando vita a una presentazione estremamente interessante. 

Fin dalle prime battute, l’autore americano ha tenuto a precisare la scelta non casuale di questo mezzo, l’autobiografia. La necessità di raccontare fatti, non storie, in un’epoca in cui tutto sembra interpretabile a proprio uso e consumo. “Non tutto è soggettivo”, ha detto. “Noi americani in questo momento abbiamo un bugiardo come presidente. Ma i fatti esistono, non tutto può essere distorto”.

Scopriamo, dunque, che questo libro è anche un atto politico. Ma, del resto, la vera arte lo è sempre. Ma,  ovviamente, non solo e non soprattutto. “Non è un libro su di me”, ha spiegato ancora  Ford. “Attraverso questa storia ho voluto raccontare un concetto diverso. I bambini posso essere amati in modo assoluto, pur non essendo al centro della vita dei propri genitori. Ho dovuto scriverci un libro intero, perché questo è un concetto che non ha una parola, un’espressione unica, che lo definisca. Non esiste in nessuna lingua conosciuta”.

Ed infine, “Tra loro” è un atto d’amore. Un modo per celebrare “i miei genitori, la cui piccolezza (rispetto al Mondo e alla Storia) non era affatto proporzionale alla loro virtù. Tutti i figli che hanno avuto buoni genitori vogliono dimostrare che sono stati importanti, a modo loro”. Ford ha potuto farlo tramite la sua penna. Forse, ipotizziamo, per farsi perdonare e perdonare a se stesso un insospettabile passato, fatto di zuffe, furti, macchine date alle fiamme, e diversi soggiorni in prigione. Periodo burrascoso conclusosi alla morte di suo padre, negli anni ‘60, quando la madre lo avvertì: “Non puoi più fare questa vita, non puoi più finire in galera. Io devo lavorare e non ho il tempo né i soldi per tirarti fuori, e per preoccuparmi così tanto ancora per te”

“E io” ha concluso Ford, “da bravo ragazzo, le obbedì”.

E da ragazzo problematico, concludiamo noi, cominciò il percorso che lo avrebbe portato ad essere un uomo in grado di controllare abilmente un temperamento litigioso, e un autore in grado di raccontare l’America come pochi altri.

Rossana Rotolo