Tema sempre caldo, quello della Ztl, che oggi è tornato in commissione al comune di Torino. Sul tavolo il resoconto dell'incontro dello scorso 3 giugno tra l'assessora Lapietra e gli esperti sul tema dalle città di Milano, Bologna, Firenze, Pisa e Verona, con l'assessora che getta il percorso che la giunta vuole intraprendere.
L'assessora, dopo aver parlato dei modelli delle altre città e della volontà comune di "Cercare di avere una normativa univoca per le diverse città", entra nel vivo del tema: "Abbiamo istituito un tavolo tecnico a cui parteciperanno anche le circoscrizioni e le associazioni categoria. La Ztl a ora è ferma da vent'anni per la mancanza di coraggio di chi ci ha lavorato. Le intenzioni della giunta sono quelle di evitare che le persone utilizzino le aree a traffico limitato mome transito. Voglio una Ztl in cui si va perché ci si deve andare e in tutte le città l'inizio è sempre tragico, ma poi sono i commercianti i primi a ringraziare. persone vanno perché ci devono andare". Uno dei punti oscuri, secondo chi critica questa impostazione, è che non è previsto un aumento dei mezzi pubblici corrispondente. "Non ho ancora idea delle risorse su cui posso contare - si sfoga Lapietra - Ci toccherà prestare i servizi minimi senza sapere la copertura economica del trasporto locale e della metropolitana".
Un punto, questo, che inquieta Confesercenti: "Prendere queste scelte senza poter espandere il traporto pubblico è irresponsabile e rischia di essere molto dannoso: se non sappiamo niente sulle risorse pubbliche per il trasporto di cos a parliamo?. Il centro è l'unica alternativa commerciali ai grandi centri commerciali e l'estensione della ztl rischia di uccidere il commercio". Confesercenti si dice pronta a parlare ma rimane critica sul progetto in generale: "Che bisogno c'è di allargare la ztl? Se non c'è una forte pressione del traffico a che serve aumentarla? Apriamo un dibattito tra tutti i soggetti coinvolti, ascoltiamo l'Associazione Commercianti".
Critici anche i consiglieri Lubatti e Carretta, del Partito democratico. "Siamo d'accordo a intervenire sul tema - dice il primo - ma quali alternative vogliamo offrire ai cittadini torinesi? Siamo sicuri che le altre arterie del traffico possano reggere quello che togliamo dal centro?". Carretta dice che la comparazione con le altre città è interessante, "Ma ci sono realtà troppo diverse dalla nostra. Non abbiamo il turismo di Firenze né i volumi economici di Milano. E poi con la scelta di costruire quattordici centri commerciali dobbiamo calcolare che il centro potrebbe impoverirsi ulteriormente".