Altri sport - 01 giugno 2017, 09:01

Rugby, il sogno è realizzato: il Settimo vola in A

La squadra di Bester ha resistito all'assalto di Catania e ha raggiunto l'obiettivo prefissato; il coach chiude qui la sua avventura settimese, perché andrà ad allenare in Francia

Alla vigilia circolava un detto che alla parola “Settimo” mancasse una, vocale, la prima dell’alfabeto. Nell’assolata e ventosa domenica di “Paolone”, la vocale è arrivata: grande, forte, sofferta. La serie A in via Cascina Nuova ora è una dolce musica che suona ininterrotta dal tardo pomeriggio di domenica.

Il XV di Bester, che saluta e vola in Francia nel Super 14, ha avuto la forza morale di resistere all’assalto dell’Amatori Catania. Un primo tempo in sofferenza: due mete subite e il magico piede di Small che in Sicilia non è stato tale. La polvere, il pubblico, Catania che carica a testa bassa. Sul 14-0 il primo sussulto: meta di maul e si riaccende la speranza. Small non trasforma (non è giornata) ma tanto basta a minare le certezze di un Catania che stava diventando pericoloso.

Nella ripresa i gialloblù fanno valere la loro maggior freschezza, l’Amatori paga lo sforzo dei primi 45’; Murgia e Montaldo siglano le mete del sorpasso. Sul 14-15 i ragazzi di Bester iniziano il countdown verso il sogno, il tempo per registrare la meta di Catania che regala ai blasonati  etnei il 21-15 finale. Poi, è solo gioia gialloblu.

Il più illustre dei catanesi del mondo ovale, Andrea Lo Cicero, l'aveva coniata alcuni anni fa. Il rugby è la "poesia del sacrificio": una battaglia di ottanta minuti in mezzo alla polvere, sotto il sole, con avversari agguerriti che aspettano una tua mossa falsa per infilarti, farti soffrire. E quando alla poesia di un ovale che passa di mano in mano e cambia padrone di continuo tu hai la forza di aggiungere il sacrificio, quegli ottanta minuti di battaglia si trasformano nel più sublime dei paradisi.

Dunque, la serie A è arrivata. Lo aveva annunciato Andre Bester nel corso della presentazione del suo primo mandato. Era il settembre 2015; sembrava una illusione, ma nella mente del coach sudafricano era - al contrario - un disegno ben scritto. Che avrebbe potuto anticipare di un anno la sua realizzazione se i maledetti minuti finali con Noceto non lo avessero rimandato. Per questo il successo di domenica è di tutti, ma anche suo. Nel salutare la truppa, Bester lascia un’eredità importante. Da non disperdere.

c.s.