Il Salone dell’auto di Torino spesso vede poche vie di mezzo: c’è chi lo ama e chi lo odia. Ma c’è anche una zona mediana, che non è contraria a prescindere alla kermesse automobilistica, ma che sta iniziando a spazientirsi per i tempi lunghi necessari per l’allestimento prima e lo smantellamento poi. Si, perché se la fase di montaggio degli stand è durata settimane e lo sgombero, a cinque giorni ormai dalla fine del Salone, è ancora in corso.
Il tutto non ha lasciato indifferenti. Le proteste principali sono proprio per i tempi lunghi delle operazioni, che, nell’opinione più diffusa, lasciano il Parco del Valentino, una delle eccellenze verdi della città, parzialmente non praticabile per le famiglie, i corridori e i frequentatori.
Una delle prime a sollevare il problema è stata Noemi Petracin, consigliera della Circoscrizione 8, che ha affidato a Facebook la sua protesta: “Non sono del tutto contraria al Salone dell’Auto, ma si potrebbero pensare modalità diverse e vincoli per creare meno disagi”, dice Petracin, sottolineando la presenza di “stand e muletti che smontano e non emettono gas puliti. La stessa scenda in fase di preparazione due settimane fa”. “Colei che sarebbe diventata sindaca di Torino un anno fa diceva no ai grandi eventi e prometteva di non farli più nei parchi di Torino. Io non critico l'evento. Critico la diversità tra quanto detto e quanto invece fatto”.
Anche il presidente della Circoscrizione 8 Davide Ricca, mai stato contrario al Salone, solleva il problema: “Nessuno nega l’importanza e la strategicità del Salone dell’Auto di Torino. Ma quello che serve è una cura maggiore di quel bene prezioso e delicato che è il Valentino”.
Particolarmente critica Chiara Foglietta, vice capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale: “Personalmente, come cittadina e consigliera, non ho mai voluto il Salone dell'Auto al Valentino e mai lo vorrò. Per quanto riguarda i tempi per lo smontaggio degli stand mi sembra evidente che sia una questione che l'amministrazione deve risolvere: è passata una settimana dalla fine degli eventi ed è tutto ancora lì”.
Un problema sentito anche dai frequentatori abituali del parco. Tra tutti i runner, che ogni giorno vanno al Valentino per fare jogging, c’è malumore. “Sono tre settimane che dobbiamo stare tra gli stand, com’è possibile che i tempi siano così lunghi?”, dice un corridore di quarant’anni. Ma il persistere della situazione ha portato qualcuno ad aguzzare l’ingegno e a provare ad adattarsi: non è così troppo raro vedere qualcuno che usa i chioschi del salone per bere una birra o magiare un panino, al riparo dal sole di giugno.