La nuova Finpiemonte potrebbe fare “crac” come Eurofidi. Mancano un piano di monitoraggio, un piano di controllo dell'ente e uno di applicazione.
Non vi è nessuna certezza sui tempi sulle misure che dovranno essere messe in atto, inoltre viene concessa un'estrema autonomia nella definizione pratica dell’utilizzo delle risorse e nell'individuazione dei beneficiari. Con queste condizioni è facile prevedere la nascita di un centro di potere slegato da controlli democratici e potenzialmente strumento di certe cricche economiche.
La politica regionale già in passato ha “giocato” a fare la banca, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti con il caso Eurofidi: un buco da 50 milioni di euro e 200 lavoratori a rischio. Intanto destra e sinistra continuano a rimpallarsi le responsabilità, come nella peggiore delle tradizioni politiche italiane, mentre il prezzo l'hanno pagato cittadini piemontesi e lavoratori.
Il PD ha inoltre bocciato il nostro ordine del giorno per istituire una misura per il sostegno alle famiglie vittime di sovraindebitamento motivando l'obiezione con la presunta impossibilità a modificare la delibera in quanto sottoposta all'approvazione della Banca d'Italia. Con una modifica minima allo Statuto si sarebbe potuto realizzare questo importante obiettivo per i cittadini piemontesi.