"Accendiamo le luci dei nostri portoni, prima che aumentino i lumini dei cimiteri". Gli occhi azzurri e limpidi di Claudio Zoffoli si fanno lucidi, mentre racconta la sua storia, il suo sogno, il suo progetto appena realizzato.
E' lui l'installatore dei numeri civici illuminati in corso Unione Sovietica 493, nella strada interna dove una volta sorgeva il bowling. Un tratto in cui di notte è difficile orientarsi, a meno che non si conosca perfettamente la disposizione degli edifici. Di certo un'impresa non da poco per le ambulanze, costrette a perdere tempo prezioso alla ricerca del punto preciso da cui è pervenuta la chiamata.
Un'esperienza che Claudio ha provato sulla propria pelle. E che gli è servita da miccia per accendere l'ingegno, alla ricerca di una soluzione semplice, ma efficace, per un problema che riguarda la collettività, la cittadinanza tutta.
Il risultato è "Alla". Un nome speciale, che spicca nel buio.
"Lo scorso febbraio è morta mia moglie Alla, dopo aver lottato per quasi due anni contro un tumore. Prima del ricovero definitivo, nell'ultimo suo mese di vita mi è capitato spesso di dover chiamare il 118 di notte. Non mi trovavano, dovevo ogni volta scendere in strada e farmi vedere. Lasciando mia moglie da sola per degli istanti che poteveno rivelarsi fatali".
Dopo aver ragionato a lungo, è partita la ricerca di soluzioni alternative ai civici illeggibili affissi sui condomini di Torino. E l'approdo è stata la Germania, dove vige l'obbligo di dotarsi di numeri luminosi e adeguata segnaletica.
Assistito dal figlio di Alla, Anton, Claudio ha avviato una collaborazione con un'azienda tedesca per la modifica di un loro prodotto, con lo scopo di importarlo in Italia e renderlo funzionale nelle ore notturne, senza venire disturbato dall'illuminazione pubblica. E' venuto quindi alla luce un civico installabile ovunque, senza la necessità di collegamenti elettrici, alimentato da un pannello solare.
L'installazione negli interni di corso Unione Sovietica è avvenuta gratuitamente. Ma Claudio ha un sogno: estendere il più possibile questa iniziativa, magari ricoprendo un giorno tutto il territorio cittadino. E dando lavoro a moltissime persone. "A Torino ci sono 120 mila numeri civici. Sarebbe bellissimo se, per ciacuno di essi, venissero donati 10 euro in beneficenca. Una cifra simbolica, che però può fare la differenza. Non voglio che si speculi su questi prodotti, il mio desiderio è fare del bene per più persone possibili. E con l'installazione di Alla si coinvolgerebbe tanta manodopera che magari adesso è in cerca di lavoro. Noi italiani siamo bravi, il nostro design è riconosciuto in tutto il mondo. Dimostriamo ancora una volta che il made in Italy vale, che possiamo fare qualcosa di bello per la comunità".
Per ora la risposta dei condomini della sua zona è stata molto positiva. In tanti lo hanno ringraziato a voce o sui social, dimostrando comprensione e partecipazione, accettando di farsi promotori di una trovata che potrebbe davvero rivoluzionare il sistema di soccorso in città.
Ma non servono solo l'acume e l'ingegno per dare vita alle innovazioni più importanti. Un ruolo fondamentale lo gioca anche il cuore. E Anton, ucraino, che parla di sentimenti e propositi con un inglese perfetto, ne è la dimostrazione: "Arrivando dall'Ucraina, ho visto in Italia un grosso potenziale: è un Paese pieno di prospettive davanti a sé, ma bisogna fare oggi qualcosa di concreto, fin da subito, senza aspettare il domani. La vicenda di mia madre mi ha insegnato che nella vita tutto è imprevedibile. Lei sarebbe potuta morire in qualsiasi momento. E lo stesso vale per tutte le altre persone che vivono in famiglia situazioni gravi di malattia: voglio fare qualcosa di utile per loro. Ma serve che ognuno capisca di avere realmente bisogno di un'idea fantastica come questa, in situazioni di emergenza".
La prossima tappa, per Alla, sarà San Mauro: anche qui verranno installati dei civici a illuminazione notturna. E il resto si vedrà. L'obiettivo è di sensibilizzare il più possibile la cittadinanza, affinché nasca un intento comune, un progetto condiviso.
Un'unione solidale di menti illuminate, che veda nel bagliore all'angolo di una strada il segnale di speranza per un futuro migliore.