Attualità - 23 luglio 2017, 11:55

In Europa si va in pensione di anzianità prima che in Italia. E Torino invecchia sempre di più

I risultati di un interessante studio della Uil: nel nostro paese si smette di lavorare tra i 65 e i 66 anni, mentre la media UE è di 63 anni. Sotto la Mole sempre più alto l'indice della vecchiaia

Da anni ormai si sente parlare della necessità di spostare in avanti l’età della pensione in Italia. Un recente studio della Uil, però, sconfessa le teorie di chi sostiene che nel nostro paese si godano benefici altrove sconosciuti all’interno dell’Unione Europea.

In Italia, il requisito per l’accesso alla pensione è 66 anni e 7 mesi per tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, e anche per le lavoratrici del settore pubblico, mentre il requisito è di 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici del settore privato che dal prossimo gennaio subiranno un aumento di un ulteriore anno che le porterà ad allinearsi con l’età prevista per gli uomini.

Un’età tra le più alte d’Europa seconda solamente alla Grecia, dove il requisito anagrafico richiesto è pari 67 anni, anche se questo è suscettibile di numerose deroghe attualmente in vigore che possono abbattere l’età di accesso alla pensione fino a 62 anni.

 

Guardando poi alla situazione di Torino e provincia, si scopre che l'indice di vecchiaia (il grado di invecchiamento della  popolazione), il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni e il numero dei giovani fino ai 14 anni, è in costante aumento. Ad esempio, nel 2016 l'indice di vecchiaia per la città metropolitana di Torino dice che ci sono 188 anziani ogni 100 giovani. E questo si trasferisce poi sull'indice di dipendenza strutturale, che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni).

Ad esempio, nella città metropolitana di Torino, nel 2016 ci sono 60 individui a carico ogni 100 che lavorano. La situazione pensionistica, insomma, guardando in prospettiva, rischia di essere ancora più pesante rispetto alla media nazionale, già più bassa di quella europea. Perché nella città metropolitana di Torino nel 2016 l'indice di ricambio della popolazione attiva è 144,5, il che significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. E questo, nei prossimi anni, ingrosserà ulteriormente la spesa pensionistica.

Età legali più basse

L’età per il pensionamento di vecchiaia più bassa è richiesta in Francia dove l’accesso è previsto a 60 anni per i nati prima del 1951, limite che viene incrementato fino a 62 anni per i nati dal 1955 in poi.

In Svezia, invece, è prevista una finestra compresa tra i 61 e i 65 anni di età entro la quale i lavoratori sono liberi di scegliere quando andare in pensione.

Gli adeguamenti dell’età di accesso alla pensione

In 21 Stati su 28 è previsto, a normative vigenti, un innalzamento dell’età pensionabile con incrementi programmati o con l’adeguamento alla aspettative di vita, mentre in 7 Stati (Belgio, Finlandia, Grecia, Lussemburgo, Malta, Slovenia, Svezia) non è previsto alcun tipo di incremento.

Incrementi programmati

In 12 Stati membri sono previsti aggiornamenti programmati e stabiliti preventivamente per legge che prevedono l’innalzamento dell’età o una progressiva equiparazione tra uomini e donne.

In Germania questo innalzamento progressivo avviene per coorti di età, ovvero l’età di accesso alla pensione è legata all’anno di nascita del lavoratore e raggiungerà i 67 anni nel 2030 quando si stabilizzerà senza ulteriori incrementi.

In altri casi, è previsto un aumento prestabilito a prescindere dalle caratteristiche del lavoratore, come avviene in Spagna dove nel 2027 l’età, con 38 anni e 6 mesi di contributi, sarà di 65 anni, con una contribuzione inferiore sarà di 67.

In Italia con i vari interventi sulla previdenza dal 2007 al 2011 si è agito con un ripetuto innalzamento dell’età pensionabile di lavoratrici e lavoratori; da ultimo con la Legge Fornero che ha portato in brevissimo tempo l’età dai 65 anni previsti per la vecchiaia e dai 60 anni previsti per la pensione di anzianità (sistema delle Quote) ai 66 anni e 7 mesi attualmente necessari per l’accesso alla pensione che diverranno almeno 67 nel 2021.

Alcuni Stati prevedono, invece il solo allineamento dell’età pensionabile tra uomini e donne, ad esempio in Austria si è stabilito che per le lavoratrici vi sarà un innalzamento a partire dal 2024 e che terminerà nel 2033 con il raggiungimento del requisito di 65 anni attualmente in vigore per gli uomini. Nel nostro Paese nel 2010 era stata prevista per le lavoratrici del settore privato una progressiva curva di equiparazione che si sarebbe esaurita nel 2026, ma per effetto della legge Monti- Fornero, questo processo è stato accelerato e porta le lavoratrici ad avere un’età pari agli uomini già nel 2018.

Adeguamento legato alla speranza di vita

In nove Stati europei è in vigore o è previsto a normativa vigente nei prossimi anni l’adeguamento dell’età in relazione all’aspettativa di vita (Bulgaria, Cipro, Danimarca, Italia, Lituania, Portogallo, Slovacchia, Olanda, Regno Unito).

La Danimarca, ad esempio, prevede un innalzamento dell’età pensionabile legato all’aumento all’aspettativa di vita, ma l’aggiornamento interviene ogni 5 anni. In Italia, invece, tale adeguamento è automatico e periodico e sarà biennale a decorrere dal 2019. In Portogallo, invece, l’adeguamento viene stimato anche in relazione alla tipologia di lavoro svolta.

ETÀ PENSIONAMENTO IN EUROPA  

Paese

Uomini

Donne

Austria

65

60

Belgio

65

65

Bulgaria

63, 10

60, 10

Cipro

65

65

Croazia

65

61, 6

Danimarca

65

65

Estonia

63

63

Finlandia

63

63

Francia

60

60

Germania

65, 4

65, 4

Grecia

67

67

Irlanda

66

66

Lettonia

62, 9

62, 9

Lituania

63, 4

61, 8

Lussemburgo

65

65

Malta

61

60

Olanda

65, 3

65, 3

Polonia

65, 11

60, 11

Portogallo

66, 2

66, 2

Regno Unito

65

60

Rep. Ceca

63

62, 4

Romania

65

60, 4

Slovacchia

62

62

Slovenia

65

65

Spagna

65

65

Svezia

61

61

Ungheria

62

62

Media

64, 2

63

Massimo De Marzi