Politica - 24 luglio 2017, 06:00

Piazza San Carlo, due mesi dopo e non si sa nulla

1 ragazza morta, 1500 feriti, di cui alcuni con lesioni che segneranno per sempre la loro vita, un’ immagine rovinata della città di Torino. E non sappiamo ancora nulla.

Sono passati quasi due mesi (50 giorni oggi) dalla terribile notte di piazza San Carlo. 1 ragazza morta, 1500 feriti, di cui alcuni con lesioni che segneranno per sempre  la loro vita, un’ immagine rovinata della città di Torino. E non sappiamo ancora nulla.

L’ondata di panico è stata provocata dal crollo di una transenna, oppure dallo scontro fra gruppi di tifosi? E’ stato lo scherzo idiota di qualche ubriaco, oppure l’ uso di spray urticante? Se ne sono dette e scritte tante… Ma  la realtà è che non sappiamo ancora, veramente, cosa sia accaduto.

La Procura di Torino ha aperto immediatamente un’ inchiesta. Centinaia di persone ferite hanno presentato denunce, ma da Palazzo di Giustizia finora non è trapelato nulla. Segreto istruttorio, si dirà… eppure non solo i 1500 feriti, i parenti della vittima, ma anche l’ intera opinione pubblica ha il  diritto di avere delle risposte.  I magistrati hanno incaricato un perito della sicurezza, sono stati ascoltati i testimoni e anche dirigenti dell’ organizzazione di quell’ evento che doveva essere una festa e si è trasformato in una tragedia. Che poteva avere un bilancio ben più grave.

La Procura di Torino, nei primi giorni, si è affrettata a comunicare ufficialmente che la sindaca era indagata solo come atto dovuto, ma poi silenzio assoluto.

Torino, i torinesi, la gente che era in piazza, l’ opinione pubblica non meritano questo silenzio. Che sa di reticenza.

Anche perché, nel frattempo, l’ immagine della città è stata intaccata.

Basta leggere i dati delle aziende legate al turismo.  800 imprese del settore registrano una flessione dell’ 8 per cento del clima di fiducia rispetto ai primi 3 mesi di quest’ anno. E’ la prima volta dopo più di 10 anni che si prevede un calo di presenze, mentre il resto d’Italia registra un netto incremento.  Perché? La risposta è della presidente dell’ Associazione Commercianti, Mari a Luisa Coppa: “Siamo percepiti come città non sicura. E’ necessario un moto d’ orgoglio perché Torino non può essere vista come la città che ha paura”.

Parole che pesano come pietre e la stessa scelta di spostare il G7 di settembre da Torino alla Reggia di Venaria (luogo di per sé magnifico) è un segnale preoccupante.

Ecco perché aspettiamo - inquieti - che venga interrotto quel silenzio reticente della Procura di Torino e arrivino risposte importanti ai tanti quesiti che la notte di piazza San Carlo ha lasciato ancora aperti.

Non solo per Torino ma per l’ intero sistema turistico del Piemonte.

Beppe Gandolfo