Il Punto di Beppe Gandolfo - 14 agosto 2017, 07:20

In ricordo di Gianfranco Bianco

Parlare del Concerto di Ferragosto significa inevitabilmente parlare di Gianfranco Bianco, morto un anno fa ad appena 64 anni.

Il 15 agosto tutta Italia può seguire in diretta su RaiTre il Concerto di Ferragosto da Frabosa Sottana, a 1650 metri di altitudine, nello splendido scenario delle Alpi Marittime. E’ la 37° edizione: la prima fu nel 1981 e l’ idea era quella di far conoscere e amare la musica insieme con le montagne cuneesi.

Parlare del Concerto di Ferragosto significa inevitabilmente parlare di Gianfranco Bianco, morto un anno fa ad appena 64 anni. E’ stato per tanti anni la voce e il volto del Piemonte della Rai e per decenni è stato il bravo presentatore proprio di questo evento ferragostano dalle valli di Cuneo. Piemontese purosangue, giornalista di razza, un collega corretto e straordinario, un esempio per tante giovani generazioni che si sono avvicinate al mondo della carta stampata e della televisione.

Gianfranco Bianco ha sempre amato il proprio mestiere ed ha amato in modo viscerale le sue radici, la Provincia Granda e tutto il Piemonte. Questa sua fedeltà alla terra deve essere di guida ancora oggi. Non si può parlare di un territorio, raccontare le vicende – belle e brutte – di una popolazione a milioni di telespettatori senza amare profondamente la terra dove sei nato e cresciuto.

“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’ è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti” scriveva Cesare Pavese nella Luna e i falò. Dai fasti delle Olimpiadi di Torino ai danni delle varie alluvioni, dai pienoni sulle piste di sci ai più importanti fatti di cronaca, dalla corsa del Palio di Asti ai successi della nostra enogastronomia. Gianfranco Bianco c’era sempre, con il suo inconfondibile cappellino con visiera. Con l’ orgoglio del cronista che descrive le storie del suo Piemonte all’ Italia intera. Di lui disse, una volta, un assessore regionale al turismo: “Ha fatto di più Bianco per promuovere il Piemonte che mille nostre campagne pubblicitarie…” Un complimento bellissimo per chi ogni giorno è chiamato a descrivere un popolo, un territorio. E un monito per chi continua a farlo. “Se ami la tua terra non devi aver timore di farlo vedere anche nei tuoi servizi, anche con quella cadenza un po’ dialettale che caratterizza il nostro parlare” disse un giorno Gianfranco chiacchierando attorno a un bicchiere di vino e un fetta di toma, rigorosamente piemontesi. R

accontare storie di Langa o del Canavese ha medesima dignità che parlare di Trump e della Casa Bianca, non ci si deve sentire sminuiti, anzi…Descrivere una partita a pallapugno deve coinvolgere il cronista come per la finale di Champions League. Questo è giornalismo vero, genuino, puro. Guardando il Concerto di Ferragosto un pensiero vada, quindi, a Gianfranco Bianco affinchè il suo esempio e il suo stile di fare giornalismo non vadano perduti o dimenticati.

Beppe Gandolfo