Molte persone che hanno avuto grande successo nell'arte erano dislessiche: fra gli altri Pablo Picasso, John Lennon e Andy Warhol. La dislessia non ha impedito loro di crescere culturalmente, ne di realizzare i loro sogni.
In una sala Mattei gremita di insegnanti, si è svolto un convegno per inaugurare l'anno scolastico 2017/18 dedicato alla dislessia e ai progetti che da anni la Città di Nichelino porta avanti riguardo a questo problema, una difficoltà che interessa tante persone ma che può essere superata e prevenuta.
Hanno partecipato all'incontro il sindaco della Città di Nichelino Giampietro Tolardo, l'assessore regionale all'Istruzione Gianna Pentenero, il vicesindaco e assessore all'Istruzione della Città di Nichelino Filippo D'Aveni, Sergio Arduino dirigente scolastico, Alessandro Ciuti dirigente sanitario dell'ASL TO5, la logopedista Veronica De Giorgio, Bruno Orifalco dell'Associazione Italiana Dislessia, l'assessore all'Istruzione del Comune di Chieri Manuela Olia, e l'assessore alla Cultura nichelinese Diego Sarno con il compito di moderatore degli interventi. L'incontro è stato organizzato per dare seguito a quanto era emerso a Nichelino durante la "Giornata nazionale della dislessia" dell’ottobre 2016.
E' servito inoltre per rendere visibile il lavoro svolto negli ultimi 5 anni sul territorio nichelinese, aggiungendo la più recente esperienza del Comune di Chieri, dove il progetto di prevenzione è stato condiviso ed esportato. Il progetto sulla dislessia è stato avviato nel 2010 nella Biblioteca civica Arpino con l’installazione di uno sportello informativo, Piddy, aperto alle famiglie e agli insegnanti. "Nel tempo il progetto ha raggiunto importanti traguardi - spiega il sindaco Tolardo - soprattutto sul piano della prevenzione del disagio infantile con vantaggi nella serenità familiare e nell’apprendimento scolastico".
Tra i prossimi obbiettivi in programma ci sono la realizzazione di un modello di “protocollo standard" da proporre ai nuovi insegnanti delle scuole e la conferma del Tavolo di Lavoro come strumento di "elaborazione culturale" con il coinvolgimento delle scuole secondarie di secondo grado, per poi interagire anche con il mondo del lavoro.