La delibera di revisione straordinaria delle partecipazioni si abbatte come una scure su una serie di società che rappresentano un interesse pubblico generale. La Giunta Appendino svende le quote del Comune con un’operazione grossolana che non entra nel merito delle mission delle singole realtà.
Pensiamo ad esempio ai due incubatori dell’Università e del Politecnico (2I3T e I3P), di cui la città detiene rispettivamente il 25% e il 16,66%. Nella delibera sono definite “partecipazioni polvere” per la loro esiguità, che certamente non contribuirà a sanare le casse del Comune, ma in questi anni hanno contribuito alla creazione di centinaia di start up, che oggi pongono Torino al terzo posto in Italia, dando lavoro qualificato a migliaia di persone .
Non cogliamo nella riforma Madia elementi ostativi alla permanenza del Comune in questa compagine societaria, anche considerando l’apporto straordinario che gli incubatori hanno dato e continuano ad offrire ad assi strategici delle politiche pubbliche come le politiche per l’innovazione e quelle per la creazione di lavoro.
Ravvisiamo l’assenza di un progetto sul futuro di queste realtà e la mancanza di un’analisi sull’interesse del mercato all’acquisto delle quote. Una visione miope, che dimostra come la Giunta non punti all'innovazione nelle politiche di sviluppo della città.
Chiediamo ad Appendino di voler almeno siglare una Convenzione col socio subentrante e di effettuare una vendita soggetta a garanzia, al fine di preservare l’indirizzo pubblico su attività strategiche per un territorio come il nostro, segnato profondamente dalla disoccupazione giovanile.














