Attualità - 26 settembre 2017, 13:58

La Cgil si mobilita per “l’aborto sicuro e legale”

In occasione Giornata mondiale per l’accesso all’aborto sicuro e legale, un appello per la libertà “di scegliere senza imposizioni, di decidere del proprio corpo, della propria sessualità e della propria salute riproduttiva”.

 

 

 

Il diritto all’aborto in Italia, come noto, non è cosa recente. Ma se la norma per l’interruzione volontaria della gravidanza arrivava ormai 40 anni fa, ancora oggi i diritti che da questa prevede non vengono goduti a pieno e non sono ancora completamente garantiti. Soprattutto per questo il prossimo 28 settembre è in programma la Giornata mondiale per l’accesso all’aborto sicuro e legale, per lottare contro un diritto che, nel nostro Paese come nel resto del monto, non è ancora appannaggio di tutte le donne.

E proprio in relazione all’occasione che la Cgil Torino lancia un appello per la libertà “di scegliere senza imposizioni, di decidere del proprio corpo, della propria sessualità e della propria salute riproduttiva” “Il Sistema Sanitario Nazionale, nelle sue varie articolazioni territoriali, si è rivelato via via incapace di gestire la corretta applicazione della legge che regola l’interruzione volontaria della gravidanza – è l’incipit della Confederazione generale italiana del lavoro - Oggi lo Stato italiano si dimostra inerte di fronte alle difficoltà organizzative delle strutture sanitarie tenute all’applicazione della legge”. L’Italia quindi non ha cambiato strada dopo le condanne del Consiglio d’Europa e dell’Onu, che è arrivata a dirsi preoccupata per "il numero significativo di aborti clandestini". “Anche i consultori familiari sono in preoccupante diminuzione e lottano una cronica carenza di organico che ne limita gli interventi e ne vanifica spesso lo spirito”, proseguono dalla Cgil.

L’appello è quindi affinché “ il Governo si impegni: nella realizzazione di un monitoraggio della domanda ‘non esaudita’, nel conferimento nelle strutture ospedaliere di responsabilità dirigenziali a chi garantisce l'applicazione della legge e presenza adeguata di personale non obiettore, intervenga sui cattedratici cattolici che rifiutano di includere l'ivg nella formazione dei giovani medici, nel restituire pieno ruolo ai consultori familiari con personale adeguato e beni strumentali”, per “assicurare alle donne il diritto di essere libere di decidere e di scegliere della propria vita e del proprio corpo”.  

 

Bernardo Basilici Menini