Venerdì 29 settembre, si svolgerà in piazza Castello e nel cortile del rettorato la dodicesima edizione della manifestazione europea nota come “Notte dei ricercatori”.
L’iniziativa è promossa e co-finanziata dalla Commissione Europea all’interno del Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione Horizon 2020: si pone come obiettivo di avvicinare il pubblico al mondo della ricerca e di focalizzare l’attenzione sulla figura del ricercatore. In Piemonte è organizzata da CLoSER - Cementing Links between Science&society toward Engagement and
Responsibility. Oltre 1500 ricercatori saranno impegnati a spiegare ai visitatori il lavoro svolto sia all’università sia nei laboratori scientifici della Regione.
Il Museo della Sindone, insieme ad altre note realtà museali del territorio, partecipa alla serata scientifica aprendo le porte della sua struttura (dalle ore 18 alle 23) per mostrare alcuni reperti che normalmente non sono visibili e per offrire ai visitatori tre percorsi tematici sulle principali ricerche che coinvolgono la Sindone e cioè quella fotografica-informatica, quella storica e quella interdisciplinare.
I principali reperti messi in mostra sono:
a) la lastra originale di vetro, di dimensione 50x60 cm, ottenuta dal primo scatto fotografico realizzato nel 1898, con autorizzazione del re Umberto I, dall’avvocato e fotografo amatoriale Secondo Pia (la macchina fotografica è inserita nel percorso museale); b) la macchina fotografica da paesaggio di Secondo Pia; c) tre lastre di vetro originali degli scatti del volto sindonico, realizzati nel 1931 dal fotografo Giuseppe Enrie. Il professionista aveva ricevuto dai Savoia l’incarico di avvallare l’autenticità delle realizzazioni del Pia: tutte le operazioni furono compiute alla presenza di testimoni e certificate da un notaio.
Le fotografie di Enrie diedero conferma ai rilievi del Pia e dimostrarono che nel lavoro dell’avvocato non vi era stata alcuna manipolazione. Oltre agli scatti dell’intera Sindone, Enrie è autore delle 2 immagini in formato 1:1 che ritraggono il volto. Si tratta di documenti fotografici in bianco e nero con dettagli moto particolareggiati; d) la macchina fotografica di Giovanni Battista Judica Cordiglia utilizzata per realizzare le 1969 la prima fotografia a colori. Giovanni Battista, documentarista e fotografo professionista è figlio del medico legale
Giovanni che ha legato il suo nome a numerose ricerche di ordine medico-legale e storico-archeologico condotte sulla Sindone. Il medico è stato il primo direttore del Centro Internazionale di Sindonologia.
Giovanni Battista ebbe la Sindone a sua completa disposizione per tre giorni e tre notti nella Cappella Regia di Palazzo Reale a Torino; e) alcuni album con collezioni di scatti di Judica Cordiglia. Sarà inoltre esposto per la prima volta un suggestivo spaccato della cupola del Guarini , realizzata da un parente di un confratello del SS Sudario, che entrerà a far parte del corredo museale. Nel museo sono state predisposte per l’occasione tre isole multimediali: quella dedicata all’informatica e alla fotografia in cui il direttore del museo, coordinatore dell’iniziativa e docente di Elaborazione di immagini all’università di Torino, esporrà le caratteristiche dell’impronta corporea presente sulla Sindone. Protagonista nella seconda “isola” – quella storica – è Enzo Ferraro, archivista al Comune di Torino e coordinatore del patrimonio del Museo della Sindone, approfondirà invece i temi storici legati al Lino.
Il matematico, docente all’Università di Torino, prof. Bruno Barberis, membro del Comitato scientifico del Centro Internazionale di Sindonologia e da un decennio a capo di un programma didattico di introduzione alla Sindone nelle scuole del Piemonte, farà invece il punto sulla ricerca scientifica legata alla Sindone nella terza isola. A testimonianza della vitalità del Centro Internazionale di Sindonologia, del museo della Sindone, dei suoi legami con la città di Torino e della sua attenzione ai giovani, sono stati coinvolti come guide tra le sale della struttura espositiva di via San Domenico gli studenti degli istituti di comunicazione, grafica e design torinesi “Albe Steiner” e “Bodoni-Paravia”.
L’attività faceva parte del progetto di alternanza scuola-lavoro. In aggiunta alla attività di accompagnatori, i ragazzi dello Steiner hanno anche progettato alcuni manifesti pubblicitari del museo, mentre quelli del Bodoni-Paravia hanno contribuito alla realizzazione del nuovo logo del Museo e ora stanno lavorando alla sua immagine coordinata (carta da lettera, biglietti da visita, materiali promozionali). In occasione della manifestazione gli studenti dello Steiner
mostreranno e illustreranno i loro lavori, con il coordinamento del docente
che li ha seguiti nel progetto.
Per chi associa all’amore per la storia e la scienza anche la passione per l’estetica non mancherà una preziosa bacheca, allestita con i ricami dedicati alla Sindone: trine che sapranno farsi apprezzare per la testimonianza di devozione non meno che per la raffinatezza dei nodi. E’ la prima partecipazione del Museo a questa manifestazione. E’ importante far conoscere l’iniziativa per sottolineare come la Sindone sia oggetto di interesse e di studio in un vasto spettro di scienze e il Museo si renda disponibile a quanti desiderino approfondire la conoscenza del Telo osservandone le sue immagini enigmatiche, la storia e in particolare gli studi condotti per scoprire la genesi dell’impronta corporea.
Il museo è un riferimento importante per la città: è l’unico museo al mondo sulla Sindone che dispone di preziosi reperti. Il successo dell’iniziativa aumenterà di certo la visibilità della nostra struttura e il prestigio di Torino.