Ci sarà anche Stefano Quercetti, Ad dell’omonima Fabbrica di giocattoli, giovedì 28 settembre a partire dall ore 8.45 al convegno "Fabbrica Futuro – Idee e strumenti per l’impresa manifatturiera del domani”, che si terrà presso il Pacific Hotel Fortino di Torino.
Il convegno, rivolto a tutti gli attori del mercato manifatturiero, ha l’obiettivo di raccontare gli scenari futuri del mercato manifatturiero italiano e i casi di eccellenza, mettere a confronto idee e proporre soluzioni concrete per accompagnare le nostre aziende manifatturiere in un percorso di crescita e sviluppo.
Stefano Quercetti approfondirà queste tematiche attraverso il reale caso aziendale della Quercetti & C., Azienda che ha dovuto sviluppare nuove tecnologie applicandole a infrastrutture produttive esistenti. Impresa facile a dirsi, ma difficile da realizzare: questo processo comporta, oltre agli ovvi investimenti in denaro e a un grande investimento in risorse umane, un importante cambiamento della forma mentis delle persone e del loro modo di lavorare.
Trarrà inoltre spunto dalla recente esperienza di rilancio del famoso gioco dei chiodini. Gioco il cui destino sembrava segnato dall’avanzata del digitale. Fondamentale è stata un’intuizione dei creativi dell’Azienda. Pur mantenendo la natura “analogica” di questo gioco, sono riusciti a innovarlo, usando la tecnologia come strumento e non come prodotto finale. L’azienda ha lanciato una nuova linea di chiodini che si chiama Pixel Art, che permette di riprodurre una qualsiasi immagine, un ritratto o una foto inserendo nelle tavolette modulari chiodini di un particolare diametro e creare un quadro vero e proprio. Un gioco di una volta, ma che usa la tecnologia, per un risultato che ricorda il lavoro degli artisti puntinisti di fine ‘800. L’analogico incontra il tecnologico.
Il lancio di questa linea ha avuto ritorni eccellenti. Nel 2016, per soddisfare le richieste di questo gioco, nella fabbrica torinese sono stati prodotti 1 miliardo 600 milioni di chiodini. Record mai raggiunto in 64 anni di storia di questo prodotto. Tutto fatto sotto casa, in Italia, a Torino, in barba alla concorrenza del Far East.