Il consiglio regionale ha approvato in via definitiva il Piano paesaggistico regionale (Ppr), al termine di un lungo iter di redazione, pubblicazione, revisione e confronto. "Il Ppr - spiega la Consigliera regionale Nadia Conticelli, Presidente della Commissione Trasporti a Palazzo Lascaris - rappresenta uno strumento di pianificazione urbanistica previsto dalla legge nazionale, che intende valorizzare il territorio e riqualificarne le porzioni compromesse, considerandolo come risorsa per lo sviluppo delle comunità locali. L’adeguamento da parte dei Comuni degli strumenti urbanistici e di pianificazione al Ppr richiede tempistiche e professionalità che rischiano di mettere in difficoltà soprattutto le Amministrazioni di piccole dimensioni. "Abbiamo presentato come Partito Democratico un ordine del giorno, di cui sono prima firmataria - sottolinea Conticelli - approvato da tutta l’aula, che impegna la Giunta regionale a prevedere meccanismi di accompagnamento delle procedure di adeguamento, soprattutto laddove emergano delle difficoltà e a stanziare le risorse adeguate per un sostegno finanziario, da erogarsi anche attraverso bandi pluriennali, a favore in particolare dei piccoli Comuni".
Un'attenzione importante per gli Enti più piccoli. "Anche attraverso le Unioni di Comuni - aggiunge Nadia Conticelli - i Comuni possono migliorare i loro strumenti urbanistici.Sbaglia profondamente chi afferma che il Piano paesaggistico mina lo sviluppo del Piemonte. Pensare questo è anacronistico, antistorico, ma anche non orientato al futuro. Il paesaggio, i beni ambientali, con una crescita sostenibile, sono risorse decisive per il Piemonte. Sosterremo i Comuni, spingeremo i tecnici regionali a lavorare di più con gli Enti locali, con i Sindaci, ma anche ad accorciare i tempi per i piani regolatori, per i nuovi Prg, per le varianti generali e per gli adeguamenti al Ppr. Il tempo è un fattore decisivo". Massimo impegno dunque della Regione: "Valorizzare il paesaggio - conclude la Consigliera regionale - genera sviluppo economico. Pensiamo al valore del 'patrimonio naturale', dei beni collettivi, dei servizi ecosistemici-ambientali che vengono svolti dalle nostre foreste, dal suolo, dalla gestione efficace delle reti idriche e dei versanti collinari e montani. Una ricchezza enorme, che va promossa. Anche prevedendo un valore per i servizi ecosistemici, come scrive la legge nazionale 221/2015 sulla green economy, e anche incentivi per il recupero del patrimonio edilizio, dei borghi, delle baite. Per un buon restauro, per una crescita inclusiva che evita di consumare suolo e beni comuni. Il Ppr ci spinge in questa direzione, con vettori non solo urbanistici o economici, ma prima di tutto culturali".