Attualità - 19 ottobre 2017, 00:00

Giovani e azzardo, tutti i numeri di una moda che sta già passando

La regione Piemonte occupa la sesta posizione nella graduatoria della raccolta complessiva

Tutti gli argomenti visti come trasgressivi esercitano un certo fascino sui giovani, almeno fino a quando restano dei tabù. Forse per questo mantiene una considerazione notevole da parte dei neo maggiorenni (e non solo) il gioco d’azzardo, uno dei fenomeni di maggiore diffusione.

In Italia l’industria produce un volume di gioco di circa 95 miliardi di euro, con la partecipazione di ogni fascia d’età. Uno studio di Nomisma analizzato da Giochidislots si è però concentrato sui ragazzi delle scuole superiori, il futuro del nostro Paese. E, se vogliamo, dell’intera filiera del gambling.

Le statistiche sulla distribuzione dei giovani giocatori italiani

Il risultato è per certi versi sorprendente, e registra una leggera diminuzione del numero dei giocatori. Nel 2016 infatti sono stati 1.240.000 gli studenti che hanno scommesso almeno in un’occasione, il 49% del totale. 60.000 in meno rispetto al 2015, una quantità piuttosto rilevante (il 4,6%). Lo studio si è concentrato nel tentare di dare una definizione dell’identità del giocatore-studente medio. Le statistiche sottolineano una prevalenza nel centro Italia (54%) e nel meridione (53%), mentre nella parte settentrionale soltanto il 42% dei ragazzi scommette. I risultati risultano in contrasto con quanto può essere affermato sull’intera popolazione nazionale, in cui la Lombardia da sola costituisce quasi il 20% del volume di gioco totale. E il Piemonte, dal canto suo, non scherza affatto.

La situazione e la spesa pro-capite in Piemonte

La regione occupa la sesta posizione nella graduatoria della raccolta complessiva. Il denaro che circola nel settore è in crescita di circa 100.000€ all’anno, ed è arrivato a 5,1 miliardi nel 2016. Nonostante ciò, il Piemonte non preoccupa per la spesa annua pro capite (334 €), che rimane abbastanza in linea con la media nazionale (339 €). Di sicuro gli studenti giocano un ruolo rilevante, anche per il forte sviluppo del settore online, più vicino alle esigenze e alle abitudini dei teenagers. Decisamente vantaggioso sotto diversi aspetti, il gioco su internet presenta però un maggiore rischio di creare dipendenza. Il gioco in rete ha una percentuale di impatto sulla ludopatia superiore, il 31% contro il 24% del comparto live. Un dato che deve essere la base delle strategie future di prevenzione alle patologie legate all’azzardo.

Le motivazioni nascoste dei giovani

Intanto è interessante notare che una buona fetta di giovani si avvicina alle scommesse o per curiosità o per puro caso. È quanto rivelano il 40% dei ragazzi intervistati da Nomisma, che ha così potuto definire le motivazioni nascoste dietro al primo approccio al settore. Più preoccupante invece constatare che l’11% inizia a puntare perché lo fanno amici o familiari, e la stessa percentuale gioca nella speranza di vincere. Un’idea pericolosa e malsana, che porta alla perdita di denaro nella maggior parte dei casi. Meglio giocare solo per divertimento, come il 18% degli intervistati. Se si vince meglio, ma non deve diventare un’ossessione. Sarà fondamentale spiegare ai ragazzi che l’azzardo deve restare un divertimento, senza l’aspettativa di diventare una fonte di reddito. Con il rafforzamento del mobile gaming, perdere grosse cifre in pochi minuti sarà sempre più facile. Un successo per il settore dell’azzardo, un danno irreparabile per dei giovani studenti.

c.s.