Politica - 29 ottobre 2017, 10:10

“Dopo i recenti fatti di cronaca il comitato ex-Moi Lingotto ancora una volta scende in piazza”

Euclide Rigato:“La situazione è evidentemente fuori controllo da tempo, ma le autorità tacciono colpevolmente"

Partecipazione nella giornata di ieri alla raccolta firme indetta dal Comitato Ex-Moi Lingotto e dai militanti di CasaPound Italia, che da mesi chiedono a gran voce lo sgombero delle palazzin occupate.
“La situazione è evidentemente fuori controllo da tempo, ma le autorità tacciono colpevolmente”. A parlare è Euclide Rigato, portavoce del comitato ex-Moi Lingotto, che aggiunge: “In pochi giorni abbiamo assistito all’aggressione di un disabile da parte dei clandestini che occupano le palazzine e ad un pericolosissimo incendio che poteva portare ad una strage. Cos’altro deve succedere prima che l’Amministrazione intervenga seriamente sulla questione?”

Presenti anche anche i militanti di CasaPound, da sempre al fianco dei cittadini di Lingotto nella lotta contro l’abbandono a cui sono relegati: “La situazione è al limite dell’incredibile: un quartiere fino a poco tempo fa tranquillo adesso è ostaggio di chi vi si è abusivamente insediato” dichiarano Marco Racca, coordinatore regionale di Casapound e Matteo Rossino, responsabile provinciale del movimento della tartaruga frecciata, che continuano: “l’Amministrazione e gli organi competenti si assumano la responsabilità di ciò che è accaduto e di ciò che inevitabilmente accadrà: se non sono in grado di gestire le criticità che derivano da un’immigrazione fuori controllo né di
mantenere le promesse fatte in campagna elettorale saranno politicamente colpevoli dei drammi che si presenteranno in un futuro quanto mai prossimo. L’aggredito, per altro disabile e di nazionalità marocchina ma perfettamente inserito nel tessuto sociale torinese, non ha riportato traumi ben più gravi per miracolo, così come l’incendio di qualche sera fa non ha fatto vittime per pura casualità. Il sindaco Appendino è incompetente e lo ha dimostrato più volte, deve dimettersi!”.

c.s.