Attualità - 01 novembre 2017, 10:42

Osapp contro Sergio Segio: "Inopportune le sue dichiarazioni sul carcere"

Il sindacato di polizia penitenziaria critica le parole dell'ex terrorista, che era stato in visita agli istituti di pena di Torino e Asti

"Abbiamo appreso che Sergio Segio, ex terrorista e assassino di prima linea, definisce strumentali e antidemocratiche le posizioni assunte dai sindacati del Corpo di Polizia Penitenziaria, tra cui l'O.S.A.P.P., riguardo alle visite che il medesimo ha effettuato all'interno degli istituti di pena di Torino e Asti e, per tali ragioni, riteniamo opportuno ribadire alcune questioni evidentemente eluse dallo stesso Segio."

E' quanto si legge nelle premesse di un documento trasmesso dall'O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Pentenziaria) a firma del Segretario Generale Leo Beneduci. "Premesso che non è nostra attribuzione né come sindacato né come Poliziotti Penitenziari impedire l'accesso negli istituti di pena a chi viene a ciò autorizzato dalle autorità preposte, - prosegue il leader dell'O.S.A.P.P. - riteniamo necessario precisare che noi un Sergio Segio in carcere non l'avremmo mai fatto entrare una volta che questi, secondo la vigente norma abbia scontato i propri debiti con la giustizia e questo non per antipatia o per strumentalizzazione ma per rispetto alle vittime del dovere anche Poliziotti Penitenziari assassinati da personaggi come lo stesso Segio non per una qualche responsabilità diretta o indiretta ma solo per il fatto di indossare una uniforme e di essere state al servizio dello Stato e dei cittadini".

"Riteniamo infatti  che il difetto di memoria che nella nostra società fin troppo spesso fa preferire i carnefici alle vittime non debba in alcun modo trovare spazio in un ambito quale quello penitenziario in cui ancora vive e doloranti sono le ferite di quel funesto periodo in cui le carceri costituirono oggetto di una vera e propria campagna di guerra".

"Ciò non significa - conclude Beneduci - che non si voglia prestare fede ai ravvedimenti anche operosi, ma, a nostro avviso, chi ha ucciso inermi servitori dello Stato compia le proprie opere di recupero all'esterno del carcere di cui è stato nefasto protagonista e ciò per mero rispetto di chi per il carcere e per la società è morto del tutto incolpevole".

c.s.