Economia e lavoro - 01 novembre 2017, 12:48

"Il nuovo Parco della Salute? A Torino manca un piano urbanistico"

L'accusa nei confronti della giunta Appendino da parte di Marco Razzetti, Presidente di ANIEM Piemonte: "Occorre far ripartire i meccanismi di attrazione di player economici e grandi aziende"

"Nei piani dell’amministrazione di cui sentiamo parlare, a proposito di Parco di Salute, riqualificazione dei quartieri, creazione di spazi, si percepisce la mancanza di un progetto di fondo sulla città. Per quanto riguarda il Parco della Salute, di cui è stato annunciato il via libera al piano di intesa con i partner, ci auguriamo che il percorso parta effettivamente dopo le firme e che scadenza della fase progettuale si concluda davvero entro il 2019".

Così Marco Razzetti, Presidente di ANIEM Piemonte, Associazione Nazionale Imprese Edili e Manifatturiere. "Siamo tutti consapevoli che è necessario avviare un processo riqualificazione importante e lo sentiamo dire da anni; ciò che però non sentiamo è ‘come’ avviene la riqualificazione e con quali finalità, ovvero come la riqualificazione diventa lo strumento funzionale per innescare un volano economico che oggi è fermo. Dichiarazioni di spostamento di uffici, creazione di collegi universitari e di riutilizzo delle caserme suonano come la panacea di tutti i mali: in questo non vediamo nulla di nuovo e nulla di concreto".

"Come evidenziato dal rapporto Rota, Torino è una città in cui è bellissimo vivere ma è indietrissimo nel favorire un nuovo corso economico", prosegue Razzetti. "Bisogna fare un passo indietro rispetto alle proposte estemporanee di riqualificazione e concentrarsi invece sulla creazione di meccanismi che riportino i player economici e le grandi aziende ad investire su Torino. Meccanismi che di basano, ad esempio, su sistemi per aprire uffici e spazi lavorativi a basso costo, con servizi a disposizione, mobilità e logistica efficiente, facilità di relazioni, accesso ai rapporti con università e aziende estere".

"Gli imprenditori e le associazioni, come ANIEM Piemonte, sono da sempre disponibili a dare il proprio contributo allo sviluppo del territorio, ma sembra che ai tavoli di discussione non ci sia posto", aggiunge con una punta polemica Razzetti. "Per fare un esempio, come ANIEM Piemonte avevamo proposto all’amministrazione comunale la nostra riflessione sul Moi per la riqualificazione delle arcate. Abbiamo proposto la conversione degli spazi in coworking e uffici, dopo averne parlato con un partner privato disponibile a contribuire all’operazione. Ma dall’amministrazione non abbiamo avuto nessun riscontro".

"Il Moi è ancora lì con tutte le sue problematiche e il partner privato se n’è andato da un’altra parte", conclude Razzetti.

Massimiliano Sciullo