Che nessuno osi ancora chiamarlo "sesso debole". O almeno che i più scettici vedano con i propri occhi quanto riescono a produrre delle donne appartenenti a cultura diverse, di prima mattina, unendo le forze, l'entusiasmo e la buona volontà.
La Scuola di italiano delle donne per le donne, che ha aperto oggi i corsi alla Casa nel Parco di via Panetti, nasce da un progetto di Spi Cgl, Auser Flc e Cigl Torino. Tre ex docenti volontarie, Alda, Matelda e Piercarla, si mettono a disposizione per infondere alle allieve le basi della grammatica, fino a renderle autonome in un discorso orale e nella comprensione di un testo scritto. "La scuola di italiano è uno strumento fondamentale per prendere la parola, dire qualcosa di sé, partecipare, stringere legami amicali e relazionali", spiegano.
L'idea è nata all'interno dell'Istituto Gaetano Salvemini diversi anni fa, quando alcune insegnanti decisero di andare incontro a tutte quelle mamme in difficoltà anche solo con la comprensione degli appunti su diario o dei compiti dei figli. Da qui la voglia di aiutarle, accompagnandole in una progressiva assimilazione delle nostre strutture linguistiche, partendo dalle necessità pratiche, quotidiane.
"Vedevamo che molte mamme non venivano al colloquio con i docenti perché non sapevano la lingua. Così nelle nostre lezioni abbiamo sempre cercato di insegnare l'uso delle parole per i bisogni primari, dalla terminologia del vestiario alla scolastica fino a quella alimentare o delle parti del corpo". In certi casi alcune partecipanti sono state poi indirizzate al Cpia - Centro per l'Istruzione degli Adulti, dove hanno conseguito la licenza media dopo aver affrontato altre materie oltre all'italiano.
Certo, le difficoltà non mancano. Questa mattina si sono presentate alla Casa nel Parco tre signore parlanti arabo, con figli piccoli al seguito, i quali, durante la lezione, sono rimasti in un angolo a giocare. Le loro teste velate si chinavano sui fogli mostrati dalle insegnanti, concentrate e attente, ma per chi, pur essendo in Italia da diversi anni, non ha mai abitualmente parlato italiano, anche i termini base risultano subito ostici.
"Queste donne vivono una situazione di esclusione sociale, interagiscono solo con i membri della loro stessa comunità e hanno ben pochi contatti con parlanti italiani. Per questo rimangono molto indietro rispetto agli uomini, portandosi dietro il retaggio delle loro tradizioni".
Ci vorrà tempo, ma soprattutto tanta costanza, per portare a termine il corso a maggio. Le lezioni si tengono i mercoledì dalle 9.30 alle 11.30. Le insegnanti sono alla ricerca di una giovane volontaria che le aiuti.














