Il Piano triennale degli interventi per contrastare la violenza di genere 2017-19 ha ottenuto parere preventivo favorevole all’unanimità. La votazione oggi in Commissione Sanità, presieduta da Domenico Ravetti.
Il provvedimento, presentato dall’assessora alle Pari opportunità Monica Cerutti nella seduta del 4 dicembre, prevede un investimento di circa 2,5 milioni di euro per il finanziamento di otto macro obiettivi: consolidare la rete dei Centri e degli sportelli antiviolenza e delle Case rifugio; sperimentare percorsi di sostegno all’inserimento e al reinserimento socio lavorativo delle donne vittime di violenza; potenziare e mettere a sistema gli interventi di prevenzione dei fenomeni della tratta, della riduzione in schiavitù, delle mutilazioni genitali femminili e dei matrimoni forzati; sostenere la formazione delle operatrici e degli operatori del sistema dei servizi antiviolenza; sperimentare interventi di recupero e di accompagnamento per gli autori della violenza; prevedere interventi a sostegno dei figli e delle figlie di vittime di femminicidio e di minori vittime di violenza assistita; diffondere l’utilizzo del Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e realizzare il Piano di comunicazione per informare i cittadini sulle opportunità contenute nella legge regionale 4/2016 “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli”.
Definendo il documento “fortemente condivisibile”, i consiglieri Davide Bono e Francesca Frediani (M5s) hanno chiesto alcuni chiarimenti, esortando l’assessora a porre attenzione a quanto già esistente - ad esempio le “app” per contattare le forze dell’ordine in caso di molestie o di violenza - onde evitare duplicati. È stato anche richiesto che una volta l’anno sia illustrato in Commissione il procedere degli interventi.
Nel corso della seduta mattutina è inoltre proseguito il dibattito sull’informativa dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta in merito alla realizzazione delle Case della salute, che prevede 30 strutture a Torino e provincia, 11 nelle due Asl del Cuneese, 7 a Novara, 6 per ognuna delle Asl di Asti, Alessandria, Biella e Vco e 5 in quella di Vercelli. Una realtà che va avanti e si amplia ulteriormente, dal momento che sono 77 i centri previsti dal piano della Giunta regionale, attivati o potenziati nel corso degli ultimi mesi o da realizzare nel 2018 per creare una rete di punti di riferimento fuori dagli ospedali per i malati cronici, i pazienti non gravi, i cittadini che hanno necessità di una prestazione sanitaria o assistenziale che non richiede l’accesso al pronto soccorso.
Saitta ha annunciato che “saranno complessivamente 2.323 le unità di personale” e che “l’obiettivo della Regione è creare centri attrezzati e aperti tutto il giorno in cui siano disponibili medici di base e pediatri, assistenza infermieristica e specialistica con percorsi di cura per patologie croniche, ambulatori vaccinali e consultori familiari”. L’investimento stimato nel biennio è di 21,6 milioni, sommando le risorse della Regione e quelle messe a disposizione dalle singole Asl: 11,9 milioni sono già stati impiegati nel 2017, gli altri 9,7 saranno stanziati per il 2018.
Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Stefania Batzella (Mli), Bono, Gian Paolo Andrissi, Federico Valetti (M5s), Andrea Appiano e Angela Motta (Pd).
Al termine l’assessore Saitta a cominciato a svolgere una comunicazione sulle procedure di gara e di affidamento posti in essere dalle Asr, in particolare quelle gestite da Scr, che “hanno consentito negli ultimi anni di ridurre la spesa pubblica per liberare risorse da destinare a obiettivi di salute”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Bono e Andrissi (M5s). Il primo, in particolare, ha insistito sulla necessità d’indire una Commissione consiliare d’inchiesta o d’indagine dedicata al tema degli appalti in Sanità per affrontare le questioni legate alle proroghe e agli affidamenti “che ancora oggi sono il principale strumento di acquisto di servizi, merci e beni da parte delle Aziende sanitarie. Non è sufficiente considerare l’attività meritoria, utile e fondamentale di Scr: per questo chiediamo d’istituire una Commissione speciale che possa dedicare una mattina alla settimana, magari il venerdì, per affrontare potenziali fonti d’illegittimità negli appalti delle Aziende sanitarie piemontesi”.