Il ruolo non si tocca”. Sotto questo slogan si sono riuniti, stamattina, circa cento insegnanti delle scuole elementari che, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, rischiano di perdere il posto di lavoro. In Piemonte sono duemila.
Venerdì scorso, infatti, il pronunciamento ha stabilito che gli insegnanti con il vecchio diploma delle scuole magistrali non hanno più diritto all’abilitazione. Chi è stato assunto con riserva quindi perderà il posto, gli altri invece non potranno entrare nelle graduatorie a esaurimento e finiranno nell’enorme calderone del precariato.
Per questo motivo i sindacati di base hanno proclamato uno sciopero dei docenti per l’8 gennaio, ma il presidio di questa mattina è soltanto un passaggio intermedio. L’intento, infatti, è quello di chiedere un'azione formale da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale, al quale i manifestanti chiedono una lettera, indirizzata al Ministero dell’Istruzione, per chiedere chiarimenti urgenti. Una delegazione di rappresentanti Cub e Cobas è stata ricevuta negli uffici di corso Vittorio Emanuele II 70, le richieste degli insegnati sono state ascoltate, ma al momento non sono previsti atti ufficiali da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale
Grandi assenti, intanto, sono i sindacati confederali, accusati di non essersi mossi adeguatamente per protestare contro la decisione del Consiglio di Stato. Nel frattempo, in attesa dei prossimi sviluppi, i sindacati di base assicurano che la protesta non si fermerà. Nel prossimi giorni sono previste altre riunioni sindacali per decidere il da farsi in vista dello sciopero e della manifestazione dell'8 gennaio a Roma.