Arriva sino al Vaticano la protesta dei lavoratori della Embraco di Riva di Chieri. Questa mattina l'Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, aderendo alla richiesta dei sindacati, ha incontrato un gruppo di lavoratori davanti ai cancelli dell'azienda. Monsignore ha annunciato, facendo sua l'istanza dei 537 dipendenti della Embraco che rischiano di rimanere senza lavoro, di voler scrivere a Papa Francesco. "Chi pensa di risolvere i problemi delle aziende licenziano le persone", ha spiegato Nosiglia riportando la parole di sua Santità, "e come se è come se le vendesse sul mercato" . "Non c'è democrazia,"- ha aggiunto l'Arcivescovo che aveva anche chiesto, senza ottenere risposta, un incontro coi vertici- "equità e giustizia senza lavoro". Secondo le informazioni a disposizione dei sindacati l’azienda di Riva presso Chieri, proprietà dell’americana Whirlpool e specializzata nella produzione di compressori per frigoriferi, non ha ancora presentato alcun piano industriale: se non lo farà entro il 12 gennaio rimarrà solamente la strada dei licenziamenti collettivi, senza possibilità di ricorso né alla cassa integrazione straordinaria né ai contratti di solidarietà.
"È importante sia arrivato un gesto anche dall'Arcivescovo di Torino - sottolinea il segretario generale Uilm Torino Dario Basso - In un momento di estrema difficoltà come questo ogni iniziativa è utile per salvaguardare 537 posti di lavoro".
Le ragioni del disimpegno da parte della proprietà sarebbero da ricercarsi nel minor costo del lavoro che Whirlpool potrebbe spuntare in nuovi stabilimenti in Brasile, Cina, Europa dell’Est. Ma è proprio questo tipo di globalizzazione senza regole – osservano i sindacati – a determinare l’impoverimento progressivo dell’apparato industriale italiano.