Economia e lavoro - 10 gennaio 2018, 15:28

Embraco licenzia 500 lavoratori. E annuncia: "Chiuderemo lo stabilimento di Riva presso Chieri"

Licenziamento collettivo per 497 lavoratori su 537 e chiusura imminente della fabbrica. "Ma - spiegano - l'azienda manterrà una presenza in Italia". I sindacati: "Ipotesi peggiore non c'era. Troviamo una strada alternativa". Ma la direzione sta già svuotando gli uffici. Il Governatore Chiamparino in contatto con il Ministero dello Sviluppo Economico per cercare una via d'uscita

La Embraco licenzia 500 lavoratori e si prepara alla dismissione dello stabilimento di Riva presso Chieri. La decisione, che è stata comunicata stamattina ai sindacati, arriva a tre mesi da quella del 26 ottobre scorso, quando l'azienda aveva annunciato di voler ridurre i volumi produttivi assegnati allo stabilimento torinese, delocalizzando la produzione in altri stabilimenti del gruppo.

La Embraco, che - lo ricordiamo - produce compressori per frigoriferi, ha annunciato che ricorrerà ai licenziamenti collettivi per 497 lavoratori sui 537 totali occupati nello stabilimento di Riva presso Chieri. Ma anche assicurato che manterrà comunque una presenza in Italia. "Prima di giungere a questa decisione - hanno spiegato i vertici della Embraco, in una nota - sono stati attentamente valutati diversi scenari alternativi, ma nessuno di questi ha rappresentato una soluzione appropriata per continuare la produzione nello stabilimento. L’Italia rimane un paese importante per Embraco che manterrà qui una presenza con un ufficio commerciale al fine di continuare ad assistere la propria clientela".

"Come parte di questo processo, l’azienda avvierà la procedura sindacale riguardante la cessazione della produzione nello stabilimento di Riva. Allo stesso tempo l’azienda è pienamente consapevole delle sue responsabilità nei confronti dei propri dipendenti. Questa decisione coinvolgerà circa 500 posizioni. L’azienda conferma che lavorerà in stretta collaborazione con i rappresentanti sindacali, le autorità pubbliche e i funzionari locali per cercare soluzioni perseguibili e su misura per il personale coinvolto".

Spiazzati i sindacati, che fino all'ultimo avevano sperato comunque in una soluzione meno netta. "Adesso - ha commentato il segretario generale della Uilm di Torino, Dario Basso - partiranno i canonici 75 giorni di trattativa, in cui dovremo adoperarci per fare in modo che l’azienda cambi questa decisione. È urgente aprire un tavolo di trattativa e servirà anche un passaggio al Mise per valutare strade alternative ai licenziamenti”.

Secondo Federico Bellono, segretario generale della Fiom di Torino, "lo scenario che ci è stato presentato è di gran lunga il peggiore tra quelli che si potevano prefigurare: dalla riduzione dei volumi annunciata nelle scorse settimane si passa al loro azzeramento, e quindi alla chiusura dell’attività produttiva. La totale assenza di responsabilità sociale da parte della Embraco è inaccettabile per le istituzioni, oltre che per i lavoratori. Che comunque non potranno che essere ancora più determinati in tutte le iniziative possibili a difesa della loro fabbrica, tanto più che ci giunge notizia che già in queste ore la direzione aziendale sta svuotando gli uffici".

Il Governatore del Piemonte Sergio Chiamparino e l'assessora al Lavoro Gianna Pentenero hanno fatto sapere di essere in stretto contatto con il Ministero dello Sviluppo Economico che, al di là del tavolo già convocato per venerdì prossimo alle ore 14, si sta impegnando per coinvolgere nella vicenda Whirpool Usa, di cui Embraco fa parte.

r.g.