Eventi - 18 gennaio 2018, 15:12

Al teatro Astra in scena i "Sei personaggi in cerca d'autore"

Da mercoledì 24 a domenica 28 gennaio, con Eros Pagni e la regia di Luca De Fusco

Su un palcoscenico una compagnia di attori prova la commedia 'Il giuoco delle parti'. Irrompono sei individui, un Padre, una Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina, personaggi rifiutati dallo scrittore che li ha concepiti. Essi chiedono al Capocomico di dare loro vita artistica e di mettere in scena il loro dramma. Dopo molte resistenze la compagnia acconsente alla richiesta e i personaggi raccontano agli attori la loro storia perché possano rappresentarla. 

Sei personaggi in cerca d’autore, uno dei drammi più famosi di Luigi Pirandello rappresentato per la prima volta nel 1921, è la massima riflessione sulla natura stessa del teatro nella drammaturgia del Novecento. Nella visione del regista questi sei personaggi che si offrono alla rappresentazione, sembrano provenire dal mondo del cinema chiedendo di far sfociare la settima arte nel teatro.

Il regista Luca De Fusco dichiara «Questi sei personaggi che provengono da un altro mondo e che non perdono occasione di sentirsi rinfacciata dal capocomico la irrappresentabilità della loro storia mi sono subito apparsi come gli attori di Woody Allen che escono dallo schermo in Brodway Danny rose dato che la loro vicenda, così piena di ricordi, di visioni, di particolari di splendente importanza mi ha subito fatto pensare ad una trama che si presta ad essere rappresentata più attraverso l’occhio visionario del cinema che tramite quello più concreto del teatro.»

Con questa regia Luca De Fusco ha proseguito il lavoro di contaminazione tra teatro e video iniziato proprio nel 2010 con un Pirandello (Vestire gli ignudi) e proseguito poi negli anni più recenti. «I sei personaggi forse raccontano una storia che non riesce ad essere tutta compresa nel solo linguaggio teatrale  - prosegue De Fusco - per il resto, abbiamo cercato di seguire le “dittatoriali” didascalie di Pirandello, vestendo in modo diverso, e addirittura in epoche diverse, personaggi ed attori, illuminandoli in modo opposto, non perdendo occasione per sottolineare il carattere “alieno” dei personaggi. Abbiamo invece deciso di ignorare le didascalie descrittive e realiste su arrendi e atmosfera di palcoscenico immergendo il tutto in un clima più sobrio e crudele, ricordando sempre l’immortale saggio di Macchia su Pirandello o la stanza della tortura. Spero di indurre ad una rilettura scenica e letteraria di un testo che parla ancora oggi alla nostra coscienza contemporanea e ci invita farci le domande più importanti e terribili sulla natura, il significato, l’essenza stessa della nostra esistenza».

c.s.