Politica - 23 gennaio 2018, 18:25

Forza Italia contro l’astensionismo giovanile: “Più lavoro come incentivo a votare”

Investimenti in trasporti e infrastrutture, diminuzione della pressione fiscale, flat tax: Giachino e “Sì Lavoro” schierati contro la disoccupazione

La crisi nel mondo del lavoro è uno dei principali motivi della scarsa partecipazione giovanile alla politica. Questo sembra emergere dalle analisi dell’associazione “Sì Lavoro” in pieno clima elettorale, quando il 4 marzo si avvicina e si fa la conta della potenziale affluenza alle urne.

Secondo le indagini dell’Istituto Piepoli, la maggior parte dei giovani italiani non andrà a votare: sfiducia, inerzia, disillusione? I motivi potrebbero essere tanti, ma ciò che fa scattare il segnale d’allarme nelle schiere di Forza Italia è il deliberato rifiuto, da parte delle nuove generazioni, di sfruttare a piene mani l’unico strumento capace di influire sulla vita politica.

Bartolomeo Giachino ha radunato ieri a Torino una schiera di giovani che vedono nella coalizione di Silvio Berlusconi la sola possibilità di rilanciare l’economia italiana e, di conseguenza, creare nuovi posti di lavoro. Un confronto aperto con l’attuale depressioni vissuta da molte città, prima fra tutte Torino, dove un tempo affluivano in massa intere famiglie per cercare una vita migliore, e adesso toccano indici di povertà e disoccupazione sconcertanti. E chi accusa maggiormente i colpi di questa situazione è una “generazione che reagisce con il rifiuto alla perdita di valori e sicurezze”, come la definisce il coordinatore provinciale di FI Carlo Giacometto.

In occasione dell’incontro, Mauro Zangola, attualmente consulente dell’Unione Industriale, ha illustrato i risultati dell’indagine condotta su 350mila giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni che hanno già iniziato un rapporto di lavoro in Piemonte, di qualsiasi tipo, ciascuno con una sua durata. Sono state analizzate, nello specifico, 170 attività svolte in 17 luoghi di lavoro, tra cui spiccano fabbriche, botteghe, aziende agricole, ristoranti, uffici.

Si è registrato in generale un discreto ritorno ai vecchi mestieri, soprattutto nel settore dell’artigianato, e una riscoperta della terra come occasione di lavoro, tra coltivazioni e allevamenti. Un fenomeno relativamente nuovo, che però ha tutti i presupposti per consolidarsi col passare del tempo.

Qualche segnale incoraggiante, poi, si evince dall’operatività di aziende avviate nel 2014 da imprenditori giovani e ancora attive oggi (70%).

Ma su cosa occorre puntare per risollevare davvero le sorti del Paese? Forza Italia non ha dubbi: investimenti pubblici, a partire da trasporti e infrastrutture – perché oltre a “sì lavoro” dicono con decisione anche “sì Tav” – che possano generare posti di lavoro nell’edilizia trascinandosi dietro, a seguire, altri settori.

“L’Italia potrà diventare un punto nodale della Via della Seta”, sostiene Giachino, “la rete di trasporto che collegherà l’Est con l’Europa, sulla quale la Cina sta investendo 900 miliardi di euro. Una preziosa fonte di risorse e occupazione per il nostro Paese”. E aggiunge: “Oggi vediamo concretamente cosa ci costano i ritardi nella realizzazione della Tav, perché i treni merci provenienti dalla Cina vanno nel Nord Europa e non passano sul corridoio del Mediterraneo”.

E se i cinesi mostrano la voglia di investire nel nostro territorio, allora occorre promuovere politiche che favoriscano ogni impresa, riducendo la pressione fiscale in primo luogo, e pensando a investimenti nel settore manifatturiero – anche per trattenere qui i giovani neolaureati con ambizioni estere.

“Il 4 marzo” - questo l’appello di Giachino - “bisognerà andare a votare per scegliere il proprio futuro, tra decrescita infelice, assistenzialismo o reali possibilità di sviluppo”.

Manuela Marascio