Ogni giorno vengono elevate più di 450 multe per violazioni della Ztl di Torino. A fornire il dato, nel corso di una commissione dedicata all’estensione geografica e temporale della nuova Zona a traffico limitato, è stato l’assessore ai trasporti Maria Lapietra.
“Attualmente sono circa 31.500 i veicoli di traffico parassita”, ha spiegato l’esponente della giunta pentastellata. Veicoli che transitano e non sostano, su un totale di 75mila accessi, dalle 7:30 alle 19:30 in un giorno infrasettimanale. Ed è proprio questo flusso “inattivo” di attraversamento che vuole eliminare l’amministrazione a 5 Stelle. “Sono ancora da definire”, ha spiegato l’assessore Maria Lapietra, “gli orari, le ore di parcheggio gratuito e il costo del ticket d’ingresso.”
Nel corso di questi mesi l’assessorato ai trasporti ha organizzato tavoli tematici con i diversi attori coinvolti dalla novità, dai commercianti agli operatori della logistica. L’obiettivo è di finire gli incontri entro aprile, per poi predisporre un progetto e partire ad inizio 2019. L’ipotesi al vaglio dell’amministrazione è che tutti i cittadini possano entrare nella ZTL, pagando un ticket di accesso. Proprio in quest’ottica, come ha chiarito Lapietra:”Stiamo facendo dei ragionamenti con TelePass, in quanto il 70% dei torinesi ne possiede uno, per utilizzare questo strumento in ingresso e uscita”. Un’altra opzione potrebbe essere quella di un’app, nella quale indicare la targa: questa calcolerà poi l’emissione del mezzo e quindi il costo del varco.
Critiche non sono mancate dalla minoranza. Il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo ha commentato:”Vogliamo pensare al centro come luogo vivo e dinamico, l’esatto opposto di voi Cinque Stelle.” Il capogruppo della Lega Nord Fabrizio Ricca ha invece ricordato che il Carroccio proporrà un referendum per abolire la nuova Ztl. Gli otto Presidenti di Circoscrizione hanno invece accusato i pentastellati di :”mancanza di rispetto istituzionale”. “Oggi”, aggiungono, “in Commissione non ci è stata data la parola. Non è la prima volta che durante la II commissione il presidente della stessa rifiuta di far intervenire i rappresentanti delle circoscrizioni, adducendo ogni volta le più svariate motivazioni. “