Scuola e formazione - 16 febbraio 2018, 09:59

Laurea honoris causa a Kosterlitz, premio Nobel per la Fisica 2016

Il fisico ha ricevuto dall'Università di Torino il riconoscimento per i suoi studi nella meccanica statistica. "Ringrazio Torino, che fu molto importante per il mio Nobel e le mie arrampicate in montagna"

Le scalate sono sempre stato la sua passione, che si trattasse di prove fisiche in alta quota o di scoperte illuminate in campo scientifico. Giunto a Torino negli anni più caldi del movimento studentesco, John Michael Kosterlitz, scozzese, premio Nobel 2016 per la Fisica, vi fa oggi ritorno, accolto dal tutta la devozione accademica dell'Università degli Studi di Torino.

All'epoca fu la Royal Society a concedergli una borsa di studio post dottorato. Oggi le toghe sono di nuovo schierate per celebrarlo. Un riconoscimento, la laurea honoris causa, attribuitogli per aver contribuito "al progresso della fisica dei fenomeni critici, scoprendo in particolare una transizione di fase di tipo nuovo, nota ora come transizione di Kosterlitz-Thouless". Ma non si tratta solo del prestigio nella ricerca. Kosterlitz è molto noto tra gli alpinisti per aver aperto nuove vie ai metodi di scalata. Non a caso una fessura nella nostra Val d'Orco porta il suo nome. La cerimonia di intitolazione è avvenuta questa mattina nell'aula magna della Cavallerizza Reale, alla presenza del sindaco Chiara Appendino e del rettore Gianmaria Ajani, il quale ha colto l'occasione per dare una nota di colore alla cerimonia: "Quand'era un giovane ricercatore qui a Torino, nel 1970, Kosterlitz decise di sposarsi con la sua attuale signora. Dopo aver conosciuto in lungo e in largo le nostre montagne piemontesi e aver aperto nuove vie negli studi scientifici, il rito civile, per di più da straniero, fu a tutti gli effetti la sua terza prova".

"Sono molto onorato di ricevere questo riconoscimento", ha detto Kosterlitz, che porta con sé molti ricordi legati alla sua permanenza nel capoluogo piemontese da giovane. "Uno dei miei principali ricordi di Torino è che ci sentivamo pieni di soldi e potevamo vivere molto bene. Avevamo affittato un grazioso appartamento e il cibo e il vino erano fantastici e incredibilmente a buon prezzo. L'altro mio ricordo è arrampicata su roccia, perché in quel periodo era il mio massimo interesse, e la fisica, così come le relazioni interpersonali, venivano molto dopo. Tuttavia Torino gioco un ruolo vitale per il mio lavoro da Nobel. Qui ho pasticciato con la mia domanda al Cern di Ginevra e sono stato forzato ad andare all'Università di Birmingham, che mi offriva un impiego nel momento in cui ne avevo bisogno". Un premio Nobel grazie al quale è stato possibile avviare ricerche di nuovi materiali, soprattutto quelli per la superconduttività ad alta temperatura. E che può anche essere simpaticamente omaggiato con un semplice saluto alla targa di Ceresole Reale a lui intitolata.

Manuela Marascio