Con Stefano Parisi candidato del centrodestra alle regionali del Lazio, anche il suo partito, Energie per l’Italia, entra a tutti gli effetti nella coalizione che punta alle elezioni politiche. A Torino, il candidato scelto per il collegio uninominale “Torino 1” alla Camera è Marco Francia. Imprenditore, collaboratore di Stefano Parisi per la campagna elettorale al Comune di Milano, Francia ha lavorato per 30 anni a Publitalia, azienda che ha lasciato 3 anni fa per mettersi in proprio, restando nel campo della comunicazione.
Circa un anno e mezzo fa, Parisi gli ha chiesto di lavorare sul Piemonte, la candidatura è stata una diretta conseguenza del suo lavoro, e Francia l’ha accettata in poco tempo. “Ho sempre guardato ai politici con diffidenza – ha spiegato, durante un incontro organizzato lunedì sera a Vanchiglietta – quindi ho deciso di impegnarmi in prima persona, perché chi non partecipa ha torto”. Ed è arrivata la prima candidatura per lui.
“Bisogna recuperare determinati valori – ha aggiunto –, assistiamo a un degrado etico che si può arginare solo con l’educazione alla cultura, per recuperare il senso di legalità, convivenza e tolleranza. Non è lassismo, perché le regole vanno rispettate”. In questo senso, il passo simbolico è la reintroduzione dell’insegnamento dell’educazione civica a scuola, con un insegnante dedicato, che possa trasmettere il “senso del dovere” ai ragazzi.
L’altro tema è la legge elettorale, che per Francia è difficile da comprendere, ma conserva almeno un aspetto positivo, che al contrario rappresenta un’occasione. “Con i collegi uninominali – ha precisato – il politico eletto sarà un vero rappresentante del territorio in Parlamento, perché sia portavoce delle istanze dei cittadini, più che in passato”. E, in questo, il candidato fa un appello al “voto utile”: “Questa legge – ha detto – premia la coalizione e al momento anche i sondaggi danno il centrodestra in vantaggio. Non è il momento di disperdere voti affidandosi a un movimento di pancia, solo il centrodestra ha una proposta politica forte”.
In Parlamento, Marco Francia vuole portare un progetto per Torino. “La città è in una condizione disastrata – ha affermato – e sta perdendo treni su treni. Invece deve osare di più, cosa che il torinese medio vorrebbe fare ma poi non fa. Dobbiamo uscire fuori dal guscio e creare un progetto che includa la cultura, il turismo e anche l’industra, perché non è detto che non possano coesistere”. Il candidato punta al futuro, guardando all’attrattività della città. “Dobbiamo portare aziende e giovani. Abbiamo il Politecnico che è un polo di attrazione, dovrebbe essere maggiormente collegato con le aziende”.
C’è poi la sicurezza, una questione che rappresenta un vero cavallo di battaglia per il centrodestra. “Io sono un liberale – ha precisato Francia – e so bene che il flusso di immigrazione non può essere contrastato con le bombe, ma va gestito, non come la sinistra radical chic che non ha fatto nulla. Anche gli immigrati sono abbandonati a loro stessi, mentre gli italiani vivono nel degrado e i loro appartamenti non valgono più nulla. Chi è immigrato regolare può restare, chi non lo è deve tornare al proprio Paese. Non è razzismo, è logica”.
E il candidato torinese rilancia l’idea di Silvio Berlusconi: “Un Piano Marshall per i Paesi in via di sviluppo (quelli africani, ndr), con accordi bilaterali con i Paesi di partenza, affinché si possano mandare cervelli e investimenti, per aiutarli lì. Finora il sistema ha fallito, basti vedere quanto accaduto con le ong. Ma soprattutto – ha sottolineato Francia – dobbiamo rivedere il Trattato di Dublino (che fra le altre cose obbliga gli immigrati a restare nel Paese di prima identificazione, ndr)”.