Secondo lui, questo sarebbe il Torino più forte degli ultimi anni. Dieci, venti, trenta, non importa, ma il più forte.
Forse si riferiva al forte economicamente, cosa di cui non si fa fatica a dargli atto. Ogni estate i migliori ci salutano per migrare verso altri e più dorati lidi, previo congruo versamento nelle casse sociali e questo, unito al mancato esborso per compensare le partenze, non può che dare, come in effetti dà, testimoniato dai bilanci depositati, degli utili e quindi una forza economica. A cosa serva, però, questa forza economica, non è dato sapere, anche se in teoria in una società di calcio dovrebbe servire ad acquisire giocatori più forti per migliorare le prestazioni sportive e quindi i risultati.
Ci troviamo tristemente invece a galleggiare nella più grigia mediocrità, ed il derby appena perso, lo testimonia senza ombre di dubbi. Avevamo di fronte una Juve rimaneggiata, con la testa a Londra, dove gli Spurs li attendono nel ritorno di Champions e non siamo stati capaci di osare.
Non dico di segnare, non dico di vincere. Dico semplicemente di provarci.
E se nemmeno ci provi, le possibili diagnosi a questa mancanza di volontà non sono poi molte. O, per dirla con Buffon, ti sei scansato, o hai talmente paura del tuo avversario che ti sta bene perdere con il minimo scarto, considerandolo una sorta di vittoria.
Mi e vi risparmio la retorica su Ferrini e Giagnoni, su Pulici e la premiata ditta Annoni, Bruno & Policano, che il cuore oltre l'ostacolo l'hanno sempre gettato. Ma a fronte di una partita come quella di ieri, in cui il tecnico ha preparato il suo bel compitino ordinato e i giocatori l'hanno altrettanto ordinatamente eseguito, mettendoci magari anche tutto il loro impegno, ma quindi evidenziando anche tutti i loro evidenti limiti, sentirsi dire che puntiamo all'Europa, suona come presa per i fondelli.
L'ennesima, anche se mi sa non l'ultima, di questa presidenza, che dal basso di 18 derby disputati, con una vittoria, due pareggi e ben quindici sconfitte, sette goal fatti e addirittura trentaquattro subiti, dovrebbe mostrare un po' più di rispetto verso una tifoseria fedele ed appassionata, per cui il derby non è una partita come un’altra, ma la madre di tutte le partite.
Già, ma per capirlo bisognerebbe essere del Toro...