Sanità - 08 marzo 2018, 14:11

Al Valdese, stanze con nomi di fiori: inaugurato il nuovo centro per la procreazione assistita

Nato al Maria Vittoria nel 2001, è stato trasferito nella nuova Casa della Salute. Saitta: "Stiamo rispettando i tempi per ridare funzionalità alla struttura". Alberti: "L'obiettivo è raddoppiare i cicli da 300 a 600"

Un punto d'eccellenza per la sanità torinese: così si prefigura il nuovo centro tecniche di riproduzione assistita inaugurato questa mattina alla Casa della Salute Valdese, in via Silvio Pellico.

Cinquecento metri quadrati, al primo piano della struttura, interamente adibiti al trattamento di ovociti, spermatozoi o embrioni per la riuscita di una gravidanza: un processo suddiviso in tre livelli a seconda della complessità e del grado di invasività. Il centro, diretto da Claudio Castello, vuole essere un luogo prima di tutto accogliente e confortevole per tutte le pazienti; per questo alcune delle stanze hanno nomi di colori, altre floreali: orchidea, iris, mimosa. Sì, perché è proprio da quest'ultimo che si deve partire: non a caso l'inaugurazione cade l'8 marzo.

"Abbiamo voluto in questo modo anche omaggiare tutte le donne in occasione della loro festa", spiega l'assessore regionale alla sanità Antonio Saitta. "Questa è proprio la strada che la Regione voleva percorrere per restituire al Valdese la sua piena funzionalità: stiamo rispettando i tempi alla perfezione sulla base di quanto ci eravamo posti. Il prossimo obiettivo è di avere in struttura anche i medici di famiglia. Lunedì sarà presentato in un convegno il nuovo piano della cronicità a livello regionale. Troveremo il modo di ottenere una loro presenza qui continuativa". Il direttore generale della Asl Città di Torino, Valerio Fabio Alberti, per il futuro sa già in che direzione dovrà andare la produttività del centro, trasferito dal Maria Vittoria in via Silvio Pellico proprio per potenziarlo appieno: "Vogliamo aumentare il volume, raddoppiare i cicli di riproduzione assistita di secondo livello, passando dagli attuali 300 a 600".

Questo sarà possibile anche con l'incremento dell'dell'organico al momento presente (due medici, due biologi e due ostetriche), che renderà progressivamente il Centro un esempio di salto qualitativo rispetto ai precedenti limiti strutturali. Gli studi mostrano che la principale causa di infertilità femminile è l'aumento dell'età della gravidanza (in Piemonte, la media è 36 anni), cui seguono fattori ambientali e alimentari. Prima le pazienti si recavano in Lombardia; adesso, con il nuovo centro, la nostra regione aspira senza indugi a raggiungere e superare il suo primato.

Manuela Marascio