Attualità - 12 marzo 2018, 16:50

Medico-paziente, un rapporto da rafforzare in Piemonte con il Piano della Cronicità

Presentato oggi al Campus Einaudi il Piano nazionale da proporre alla giunta della Regione Piemonte. Saitta: "Istituzioni e territori uniti. Più aiuti ai medici di famiglia"

Integrazione territoriale e istituzionale, presa in carico a lungo termine del paziente, sostegno a tutti gli operatori della sanità: questi i capisaldi del Piano nazionale della Cronicità presentato oggi al Campus Einaudi, che sarà sottoposto all'attenzione della giunta della Regione Piemonte.

Un piano per affrontare con efficacia l'aumento delle malattie croniche, fenomeno che si sta verificando a livello nazionale ed europeo, e strettamente correlato all'invecchiamento della popolazione. Per il Piemonte, ad esempio, si stima che almeno il 40% dei cittadini soffra di una malattia cronica grave.
L'obiettivo è modificare la prospettiva utilizzata fino a questo momento per la presa in carico dei pazienti, concentrando negli ospedali la competenza su urgenze e alta specializzazione e affidando all'assistenza territoriale la cura delle malattie croniche.

In questo senso, gli elementi fondanti del progetto sono l'incremento della domiciliarità, anche attraverso l'uso della tecnologia (come teleassistenza domiciliare e teleconsulto specialistico), la realizzazione di reti assistenziali, la centralità del ruolo dei medici di famiglia, la riorganizzazione operativa degli ospedali e dei distretti, l'elaborazione di piani di cura personalizzati per i pazienti, la creazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali omogenei a livello territoriale.

Commenta così l'assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta: "Il piano della cronicità è il più grande cambiamento per la nostra sanità attuale. La cura dei pazienti cronici è tutt'altra cosa rispetto ai pazienti acuti, perché si tratta di rivoluzionare completamente l'approccio. È necessaria una corretta gestione del malato, la giusta presa in carico del paziente a lungo termine, la prevenzione della disabilita. Siamo di fronte a rimodulazione totale del sistema sanitario, che costituisce una vera e propria sfida per tutti noi. Serve una diversa organizzazione a livello territoriale, per dare corpo alla medicina d'iniziativa e valorizzare la prossimità tra sanità e cittadini, soprattutto a fronte dei nuovi problemi sociali, quali la nuova povertà e la non autosufficienza".

"Abbiamo di fronte un obiettivo straordinario: il fatto di avere più aspettative di vita ci impone di dare più vita agli anni guadagnati, altrimenti si ottiene solo una sopravvivenza biologica gravata dal peso della sofferenza. Nel nostro sistema culturale occorre pertanto modificare la concezione dell'uomo come un insieme di organi e pezzi differenti, come una macchina. Il medico non deve solo operare per controlli e analisi fini a se stessi. Il paziente non è un individuo, ma una persona: va considerato nella sua complessità".

L'attuazione del Piano avverrà attraverso gli strumenti operativi realizzati negli anni dalla Regione: la rete delle Case della Salute, il rafforzamento del ruolo del distretto, il piano per le liste d'attesa, le linee per la Sanità digitale a partire dal Fascicolo sanitario elettronico, l'esperienza dell'infermiere di comunità, la rete endocrino-diabetologica, la rete per l'Alzheimer e il rafforzamento della rete oncologica.

"Abbiamo ereditato un sistema fortemente sbilanciato", ha detto l'assessore regionale alle politiche sociali Augusto Ferrari,  "che inevitabilmente ha finito per zoppicare, mostrandosi inefficace rispetto alla missione storica di ridurre gli squilibri sociali. Dobbiamo quindi costruire dalle fondamenta la gamba del sistema Welfare che interviene sull'ambito sociolavorativo. Questo tema spinge i decisori politici a riorganizzare i servizi territoriali per renderli attivi in un periodo sempre più lungo, fino alla fine dell'esistenza. Il cuore pulsante del nuovo sistema dev'essere l'integrazione, per fronteggiare una popolazione che sta modificandosi nettamente rispetto a qualche anno fa".

Ferrari conclude dicendo: "Il Piemonte è un'area critica dal punto di vista della frammentazione istituzionale. Dobbiamo garantire maggiore equità di adesso ai servizi e minore disparità territoriale".

Manuela Marascio