Siamo negli ultimi anni di carcere di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due italiani emigrati a inizio Novecento negli Stati Uniti, e condannati nel 1920 alla sedia elettrica perché anarchici.
Il momento è fotografato dopo che la sentenza di morte “per tramite di scarica elettrica” è stata resa definitiva, e dopo che ogni tentativo di riapertura del caso e ogni petizione e richiesta d’appello si è rivelata vana. Sacco e Vanzetti sono rinchiusi uno nel carcere di Dedham, l’altro a Charlestown, manca poco all’esecuzione, scrivono molte lettere, scrivono ai propri familiari, agli amici e compagni di partito, e si scrivono tra di loro.
È un dialogo intenso e fitto con il mondo e con se stessi, fatto di politica, di sentimenti, di umanità, di orgoglio, di paura. L’attesa della sedia elettrica è un calvario. Anarchico, però, dove la religiosità e forza delle parole di Sacco e di Vanzetti intrecciano le ultime parole di Cristo sulla croce, spesso sovrapponendo il significato spesso sovvertendolo.
Parole diverse quelle dei due condannati, per il nodo tra speranza, tentativi, e disperazione, unite da qualcosa di spirituale e di profondamente umano che agita il loro tempo in attesa della morte.
21, 22, 23 marzo 2018, ore 21
Teatro Baretti
CALVARIO ANARCHICO
Le ultime parole di Sacco e Vanzetti
drammaturgia e regia Monica Luccisano
con Giovani Franzoni, Alessandro Federico
disegno sonoro a cura di Aion Project
direzione tecnica e luci Alberto Giolitti