Prosegue nel mese di marzo, la serie di interventi del progetto IperPianalto, ideato dagli artisti Caretto/Spagna per l’edizione 2017-2018 del programma di formazione per artisti organizzato dalla GAM e dalla Fondazione Spinola Banna per l’Arte, promosso e realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
Dopo i primi due incontri, dedicati rispettivamente alla conoscenza del substrato geologico del Pianalto di Poirino ed alle dinamiche del Suolo e le pratiche agricole, il focus si sposta ora sopra il livello del suolo, a riguardare il sistema complessivo di relazioni che lega tutti gli esseri nel mondo e la loro connessione con l’ambiente.
Ospite della serata è il noto antropologo inglese Tim Ingold, uno dei più influenti antropologi a livello internazionale, professore di Antropologia Sociale all’Università di Aberdeen, Scozia.
Il prof. Ingold è stato invitato da Caretto/Spagna a condurre un breve workshop con gli artisti selezionati nell’ambito del progetto IperPianalto ed a tenere la lecture pubblica dal titolo “Art, Science and the Meaning of Research”, prevista per mercoledì 28 marzo 2018 alle ore 18,00 presso la sala conferenze della GAM.
Tim Ingold affronterà la questione della pratica artistica intesa come una forma di ricerca che interagisce con gli ambienti sociali, materiali e accademici in cui si manifesta; esaminando il significato profondo del fare Ricerca, Ingold delinea un possibile superamento della tradizionale opposizione tra il fare ed il pensare - come appartenenti ai regni opposti della pratica e della teoria – al fine di attivare un dialogo proficuo tra creazione artistica, ricerca scientifica e pensiero accademico.
“Come dovremmo vivere? Quali sono le condizioni e le possibilità per la vita umana in questo nostro mondo? Affrontare tali domande richiede un approccio che sia al tempo stesso generoso, aperto, comparativo e critico. Per avere queste qualità, la ricerca non può essere semplicemente intesa come l’aspirazione a produrre nuova conoscenza. Nel mondo contemporaneo, la relazione tra ricerca e innovazione è il prodotto dell’economia globale della conoscenza, e implica un tipo di ricerca i cui prodotti si alienano dalle correnti della vita. Per contro, lo scopo proprio della ricerca consiste nel perseguimento della verità. È nella ricerca della verità, non nella produzione di nuova conoscenza che l’arte può unirsi alla scienza come modo per congiungere l’immaginazione con l’esperienza, in un mondo nel quale essere vivi e che sia vivo per noi”. (Tim Ingold, Aberdeen, Marzo 2018)
La ricerca antropologica di Tim Ingold è di ampio respiro ed include la percezione dell’ambiente, il linguaggio, la tecnologia e le skilled practices, l'arte e l'architettura, la creatività, le teorie dell'evoluzione in antropologia, le relazioni uomo-animale e gli approcci ecologici in antropologia. Ingold è fautore di un’antropologia che non conosce divisioni assolute tra persona ed organismo, o tra relazioni sociali ed ecologiche. La sua ambizione di studioso è, da sempre, quella di pervenire ad una “visione allargata dell’antropologia che superi gli specialismi tra subdiscipline; criticare il riduzionismo e gli approcci intolleranti alla cultura ed alla società e trovare il modo di ri-radicare la nostra esperienza di esseri umani completi all’interno del continuum della vita organica”. Tim Ingold ha intrecciato in modo originale la sua traiettoria di ricerca con il pensiero filosofico di autori quali Heidegger, Merleau-Ponty, Deleuze, Bergson, Whitehead, Simondon, Dewey e altre discipline quali la psicologia ecologica di James Gibson, gli studi dell’archeologo e antropologo Leroi-Gourhan, di Gregory Bateson, dei biologi Lewontin e Brian Goodwin, e altri, nel tentativo di formulare - attraverso una prospettiva ecologica - una sintesi tra ambiti diversi della conoscenza.
Alla conferenza, organizzata in collaborazione con IRIS (Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità), centro di ricerca interuniversitario delle Università di Torino e Brescia, seguirà una conversazione aperta al pubblico moderata da Alice Benessia, fisica, artista, epistemologa della sostenibilità, componente del gruppo IRIS.