A questo punto, la parola "Embraco" la possiamo anche cancellare dall'agenda dell'attualità. Nel giro di poche ore si sono sciolti gli ultimi nodi della vicenda legata all'azienda del gruppo Whirlpool: al mattino, presso l'Amma, la firma sull'accordo per gli incentivi all'esodo. Poche ore dopo, la seconda firma: quella effettuata in Regione e che in ossequio all'accordo sottoscritto al Mise congela i licenziamenti dei 500 dipendenti fino a fine anno.
La formalità o poco più che doveva consumarsi la scorsa settimana e che invece si è concretizzata soltanto oggi. Ma ora che si è fermato il timer che stava scandendo gli ultimi rintocchi prima che il 29 marzo si innescasse il punto di non ritorno, inizia la partita vera: quella del futuro produttivo di Riva di Chieri. Trovare qualcuno pronto a rilevare l'area e i dipendenti, al netto di chi vorrà andarsene volontariamente, alle condizioni poste dall'accordo (che tutelano il pregresso dei dipendenti). E quindi garantire che, dal 1° gennaio 2019, proprio Riva di Chieri faccia ancora rima con Lavoro. Senza più il nome Embraco di mezzo. Che non sarà certo ricordato per motivi positivi, dopo le vertenze e le crisi abbinate al suo marchio da inizio anni Duemila a oggi.
"Abbiamo messo il primo punto dopo l'accordo fatto il 2 marzo scorao al Mise. Il verbale interrompe la procedura di licenziamento per i lavoratori e ora attendiamo la convocazione a Roma al ministero per reindustrializzazione, ricollocazione e riqualificazione dei lavoratori. Ma sono tante le altre vertenze ancora aperte, a cominciare da Italia On Line", commenta l'assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero.