Doppio concerto per lo sPAZIO211, questa sera a partire dalle ore 21.30. A esibirsi, due giovani cantautori della scena musicale pop italiana: Paletti ed Effe Punto.
Paletti è cresciuto musicalmente a Londra, nella Post Production House Zound di Soho, e ha lavorato a fianco di artisti del calibro di Ridley Scott, Paolo Sorrentino, Gary Oldman, Goran Bregovic, Iggy Pop e Groove Armada. In seguito, si è spostato a Roma, ha collaborato con la Fox International in qualità di compositore e ha suonato su palchi prestigiosi in giro per il mondo, quali il SXSW di Austin, Texas, e il CMJ di New York.
Nel 2012 esordisce con Dominus, mentre al 2013 risale Ergo Sum, album nel quale compare la migliore tradizione pop italica vestita di suoni internazionali che puntano su testi caratterizzati da una schiettezza disarmante.
Nel 2014 Paletti entra a far parte della scuderia Sugar Music e nel gennaio 2015 pubblica il disco Qui e ora: una fotografia del mondo contemporaneo, osservato e interpretato attraverso autoritratti ironici e verità disarmanti a proposito dell’esistenza umana.
L’ultimo album di inediti è stato pubblicato a gennaio 2018 e contiene undici tracce dal sapore inaspettato, le quali dipingono non solo le molteplici sfaccettature dell’anima incoerente di Paletti, ma trattano anche della condizione umana e delle sue contraddizioni: un’esperienza musicale, dunque, che oltrepassa il cantautorato e il synth pop, ponendo le basi per un electro pop raffinato, che affonda le radici nella musica d’autore, dando luogo a un risultato particolarmente attuale.
A seguire, Effe Punto, in precedenza membro della band I Ministri, ora tornato sulla scena con il suo nuovo lavoro, Coccodrilli. Un concept album suddiviso in sedici episodi, i quali rappresentano lo spazio che intercorre tra la scrittura di un “coccodrillo”, appunto – ossia un necrologio, nel gergo giornalistico, redatto in anticipo, in attesa dell’avvenuta morte di una persona nota – e l’effettiva notizia del decesso: quello spazio in cui si è ancora in vita, ma qualcuno ne ha già scritto l’ultimo saluto.
Il disco si configura, allora, come un’antologia di morti, presunte e apparente, non verificate, ma assegnate in modo arbitrario, immaginate per puro compiacimento. Sono ritratti, exempla, cronache, monologhi, favole, resoconti sul fallimento e il piacere che esso procura, sulla consolazione e la tranquillità che ne deriva. Un vademecum su come vivere la propria morte con un “anticipo tremendo”, in un’ottica grottesca e rovesciata, nella quale assistiamo, con gusto, al diorama della nostra morte ricolma di vita, una serie di rinunce, di aspettative e di possibilità inespresse, una collezione di preziosi “non è colpa mia”, l’archivio dei “momenti giusti”.
Effe Punto, quindi, produce un mirabile esempio di songwriting nostrano, in cui sonorità acustiche, elettriche ed elettroniche trovano un eccezionale equilibrio, mantenendo costante un’attenzione viva su ogni singolo dettaglio.