Soffre, suda, vince pur senza meritarlo, ma alla fine è il risultato quello che conta. Il Toro torna a battere in casa l’Inter come non gli riusciva dal lontano 1994, quando sulla panchina granata c’era un certo Emiliano Mondonico. Da lassù il grande Mondo sarà stato felice di vedere una squadra che sul campo ha dato tutto contro un’avversaria più forte, che ha dominato quasi per intero la partita.
I nerazzurri (per l’occasione in maglia bianca) sono stati castigati da uno dei tanti ex nelle file granata, quell'Adem Ljajic che con Mancini aveva fatto fatica a integrarsi: il serbo, a lungo oggetto misterioso durante i primi due mesi della gestione Mazzarri, è diventato l’uomo in più della squadra, firmando la rete che è valsa la terza vittoria di fila, la prima contro un’avversaria di grande spessore. L’Inter ha fatto la partita, ha trovato di fronte a sé un Sirigu monumentale, ha centrato un clamoroso palo nella ripresa, ha collezionato angoli e occasioni, ma il grande merito del Toro è stato quello di non mollare mai di un centimetro.
Tutta la difesa ha giocato una partita mostruosa, dal rientrante Nkoulou all’eterno Moretti, con citazione di merito per Burdisso, che ha vinto tutti i duelli aerei contro avversari che in qualche caso avevano anche quindici anni meno di lui. E ora aumentano i rimpianti pensando alle tante occasioni buttate via sotto la gestione di Mihajlovic e le quattro sconfitte consecutive, dal derby alla Fiorentina: ma quella non era ancora la squadra di Mazzarri, quella di oggi tosta, coriacea, cattiva sì.
Cronaca. Malgrado una giornata grigia, le due vittorie consecutive e l’arrivo di una big come l’Inter (seguita da un gran numero di tifosi) consentono all’Olimpico di presentare finalmente una splendida cornice di pubblico. Nel Toro, Mazzarri schiera tutti gli ex nerazzurri titolari, con un 3-4-1-2, che vede Ljajic rifinitore alle spalle di Belotti e Iago Falque, mentre dall’altra parte Spalletti utilizza capitan Icardi come riferimento più avanzato, con Candreva, Borja Valero e Perisic al suo servizio. I nerazzurri patiscono l’avvio aggressivo dei padroni di casa, che spressano molto alti e raddoppiano in ogni zona del campo: proprio da una palla recuperata in questo modo nasce la prima occasione, ma Baselli al 3’ calcia alto. La replica dell’Inter è affidata a Candreva, che testa i riflessi di Sirigu dalla distanza.
Col passare dei minuti, però, la formazione di Spalletti guadagna campo e diventa padrona del gioco. Al 12’ grande occasione: Cancelo crossa teso in mezzo, Sirigu valuta male la traiettoria smanacciando sui piedi di Perisic, che però tenta un debole pallonetto che il portiere granata riesce a bloccare senza problemi. Due minuti dopo, invece, il portiere granata è miracoloso su Icardi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo: il Toro fatica a recuperare palla e a ripartire, ci prova senza successo l’ex Ljajic su punizione al minuto 17, ma per il resto è sempre e solo Inter. Si rinnova il duello tra l’attivissimo Candreva e Sirigu, mentre il colpo di testa di Perisic su azione d’angolo colpisce la parte alta della traversa.
Dopo che per altre due volte Candreva a cavallo della mazz’ora ha provato a insidiare Sirigu, in uno dei rari contropiedi del Toro al 35’ arriva a sorpresa il gol granata. Azione orchestrata da capitan Belotti, che trova sulla destra De Silvestri, il cui cross sul secondo palo pesca il liberissimo Adem Ljajic, che da due passi non ha problemi a fulminare Handanovic. Il gol subito toglie sicurezze all’Iner, che si riversa in avanti nel finale di tempo senza però la lucidità e la precisione che aveva mostrato in precedenza. Il Toro arriva alla pausa in vantaggio e nella ripresa riparte con maggiore sicurezza. L’Inter ci prova dalla distanza con Brozovic, ma il solito Sirigu si fa trovare prontissimo, mentre sul fronte opposto è decisivo Handanovic, che al 9’ toglie dal “sette” il colpo di testa di De Silvestri su punizione di Ljajic, che poco dopo si allarga troppo e si divora il gol del 2-0, al termine di un contropiede orchestrato benissimo da Ansaldi.
Spalletti toglie lo zoppicante Candreva per affidarsi all’ex Barcellona Rafinha nell’ultima mezz’ora e sulla punizione susseguente Skriniar chiama Sirigu ad un’altra paratissima e quando non ci arriva il numero uno granata ci pensa Nkoulou, che al 18’ salva sulla linea sul colpo di testa di Mirada. A metà ripresa l’Inter opera il secondo cambio, aggiungendo la freschezza di Karamoh al posto del passo cadenzato di Borja Valero. Al minuto 24 nerazzurri sfortunatissimi, perché la sventola di Rafinha dal limite si stampa sul palo a Sirigu battuto. Mazzarri vede che i suoi non ripartono più e allora si gioca la carta Edera, sostituendo uno Iago Falque spentosi alla distanza. L’Inter fa incetta di calci d’angolo, si susseguono mischie e mischoni, ma la difesa granata regge, con un Burdisso monumentale, soprattutto nel gioco aereo.
Nel finale Mazzarri toglie un esasuto Baselli con Acquah, per aggiungere fisicità in mezzo al campo, poi tocca a Valdifiori al posto di Obi, ma nonostante i cambi il Toro abbandona Belotti là davanti e si rinserra tutto a protezione di Sirigu. C’è da soffrire e sudare fino al 94’, ma alla fine esplode la gioia liberatoria dei giocatori e di tutto l’Olimpico granata. Per Mazzarri una rivincita nei confronti del suo passato.
Torino - Inter 1-0
TORINO (3-4-1-2): Sirigu; NKoulou, Burdisso, Moretti; De Silvestri, Baselli (34’ st Acquah), Obi (42’ st Valdifiori), Ansaldi; Ljajic; Belotti, Iago Falque (27’ st Edera). All. Mazzarri
INTER (4-2-3-1): Handanovic; Cancelo, Skriniar, Miranda, D’Ambrosio (42’ st Ranocchia); Brozovic, Gagliardini; Candreva (14’ st Rafinha), Borja Valero (23’ st Karamoh), Perisic; Icardi. All. Spalletti
Arbitro: Tagliavento di Terni
Rete: 35′ Ljajic
Ammoniti: Miranda, Belotti, Brozovic, Gagliardini, Baselli