Economia e lavoro - 17 aprile 2018, 07:18

Dal grattacielo di Intesa Sanpaolo si vede un Piemonte in miglioramento

Positivi tutti i parametri economici e le erogazioni. Balbo: "Pronti 15 miliardi entro il 2021 per sostenere il territorio". Nel 2018 chiuderanno 8 filiali. E il futuro si gioca anche nel settore assicurativo

Ripresa evidente e su più fronti, con investimenti consistenti al traino del Piano 4.0 e con una particolare vivacità per i distretti. Il Piemonte, osservato dall'alto del Grattacielo di Intesa San Paolo, mostra la sua faccia migliore. 

A testimoniarlo è Cristina Balbo, direttore regionale per Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta di Intesa Sanpaolo. "C'è però una polarizzazione tra chi va bene e chi fa fatica. Ecco perché da anni investiamo sulle filiere, dove accanto ai grandi calibri ci sono pure aziende di dimensioni più ridotte. Al momento abbiamo nel Nord Ovest, soprattutto in Piemonte, 59 contratti con realtà che sono capo Filiera per 900 fornitori e circa 10mila dipendenti". 

Bene in particolare l'oreficeria di Valenza, sulla spinta positiva data dall'export. Ma vanno meglio anche le realtà che lavorano conto terzi per marchi come Bulgari che hanno riportato il proprio baricentro in Italia. Soddisfacente anche l'andamento del settore dolciario di Alba e Cuneo e i vini di Langhe Roero e Monferrato. Semaforo verde anche per le rubinetterie.

Le erogazioni per le imprese, complessivamente, sono pari a 455 milioni di euro nel primo trimestre 2018 (10% in più rispetto all'anno passato). Per quanto riguarda i privati, anche qui i finanziamenti sono in aumento (arrivando a quota 360 milioni), anche se l'elemento di spinta delle surroghe si va a esaurire. Ma sono i "nuovi" mutui a dare impulso, segno che sono ripartite le compravendite immobiliari. 

Per quanto riguarda il Piano Industriale di Intesa Sanpaolo nel quadriennio, l'attesa è di erogare 15 miliardi per il Piemonte a sostegno del territorio. "Ma saremmo ben felici di superare la soglia nel 2021 se ce ne fossero le condizioni. Tuttavia il nostro compito va oltre il credito. E la banca rimarrà un sistema di filiali sul territorio, anche se chiuderemo in tutto circa 1100 filiali in Italia. Di queste, 8 in Piemonte nel 2018 su un totale di 402 operative. Ma l'impatto dovrebbe essere minore che altrove, visto che si era partiti per tempo con il processo di razionalizzazione".

Il futuro poi è necessariamente legato alle nuove tecnologie. Dall'Internet banking alla app, fino ad arrivare alla filiale virtuale, che accompagna il cliente al telefono, nel caso e con la firma digitale. "Oggi siamo al 10% delle transazioni a livello digitale sul totale. A fine piano ci aspettiamo che salgano al 70%". Dunque le filiali si sposteranno sempre di più verso attività di consulenza. Sempre a livello occupazionale entro giugno usciranno 200 persone su leva volontaria, ma ci saranno anche assunzioni, in un'ottica che ne vuole 1500 su scala nazionale entro il 2021. Lo spettro professionale sarà ampio e andrà dalla rete delle filiali online a professionalità con competenze digitali.

E non mancheranno le riconversioni, visto che un'altra prospettiva contenuta nel piano industriale è legata al mondo delle assicurazioni. "Puntiamo, al netto delle polizze per auto, di arrivare a essere il primo operatore. Per questo stiamo investendo sulla formazione degli operatori. In Piemonte saranno 20 le figure che assisteranno le filiali nel loro cammino di crescita professionale. Una scelta legata al bisogno crescente di tutele e welfare sostitutivi di quello pubblico".

Massimiliano Sciullo