"Il liquidatore ha già fatto un lavoro di ricognizione dei crediti e dei debiti del Salone e presenterà la propria relazione al Tribunale di Torino non appena sarà autorizzato a procedere. Abbiamo ragionato anche per trovare soluzioni al pagamento degli stipendi e alle pendenze dei fornitori”. Lo hanno spiegato l’assessora Antonella Parigi insieme al segretario generale Michele Petrelli a una delegazione di fornitori del Salone del Libro, in un incontro a Palazzo Lascaris con il presidente del Consiglio, Nino Boeti e i consiglieri delle varie forze politiche.
I rappresentanti dei fornitori hanno chiesto risposte certe sui crediti vantati nei confronti del Salone del Libro per le edizioni passate, somme mai liquidate e di cui allo stato attuale potrebbero recuperare solo una parte, con ricadute sugli impegni presi con dipendenti, fornitori e banche.
“Il 50 per cento dei nostri crediti deriva dal mancato pagamento del totale delle forniture per l’edizione 2017, la cui gestione era demandata agli attuali rappresentanti di Regione e Città di Torino - hanno detto i rappresentanti delle società di servizi coinvolte - ma attendiamo ancora pagamenti che si riferiscono a lavori svolti per le edizioni 2015 e 2016. In più, per la nuova edizione della kermesse le gare per le forniture sono state bandite con il criterio del massimo ribasso e non dell’offerta tecnica più vantaggiosa, a svantaggio di aziende piemontesi che hanno lavorato al Salone per anni contribuendo al suo successo”.
Parigi e Petrelli hanno spiegato che da parte dei soci è stato fatto tutto il possibile per evitare la messa in liquidazione della Fondazione per il libro, ipotizzando anche una ricapitalizzazione che però non è stata possibile perché il contesto giuridico e amministrativo non lo consentiva.
“La scelta di fare la nuova edizione è stato un atto a tutela della manifestazione, che non servirà certamente a ripianare le perdite della Fondazione ma a generare utilità perché tutti gli asset possano essere valorizzati al meglio anche a beneficio dei creditori e per far sì che ci sia una prospettiva a lungo termine e che il Salone del Libro resti a Torino - hanno precisato -. Rispetto alle gare, dal momento che le fondazioni che ricevono denaro pubblico sottostanno al codice degli appalti in termini di evidenza e trasparenza, quelle di quest’anno sono state affidate a Scr, la società di committenza regionale, unica strada percorribile”. “Le ipotesi future saranno volte anche alla valorizzazione del marchio – hanno aggiunto – distinguendo tra parte culturale e parte commerciale”.
Per Boeti “le risposte fornite tengono conto della complessità della questione. Credo sia importante accelerare il più possibile affinché le imprese che hanno contribuito a rendere grande il Salone possano avere quanto loro dovuto. Da parte del Consiglio c’è la massima attenzione rispetto agli sviluppi della vicenda”.
Sono intervenuti i consiglieri Andrea Tronzano (Fi), per chiarimenti rispetto alle procedure di gara per l’affidamento dei servizi, Marco Grimaldi (Sel) che ha chiesto il rispetto delle regole sui pagamenti per i lavori svolti dalle aziende, Daniele Valle (Pd) che ha ricordato come questa sia una liquidazione diversa dalle altre, che necessita di arrivare quanto prima ad una soluzione.