Una “provocazione ragionata” contro la rete mafiosa che minaccia di distruggere la coscienza collettiva, la facoltà di capire e reagire. Così si presenta il terzo atto di “Dieci storie proprio così”, spettacolo in scena dal 2 al 7 maggio alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino. Nato da un'idea di Giulia Minoli e diretto da Emanuela Giordano, è un interessante esempio di teatro civile rivolto alle nuove generazioni: il racconto di vittime più o meno note della criminalità organizzata, cui farà seguito, a ogni replica, un dibattito collettivo, per tornare ancora una volta a parlare insieme di legalità.
“Questo spettacolo, il terzo dal nostro inizio – spiega la regista – mantiene l'impegno di veicolare prima di tutto la forza delle storie che raccontiamo, ma questa volta scrittura e messa in scena spingono l'acceleratore sull'idea della scelta, su cosa possiamo fare noi, noi tutti”.
“Vogliamo far conoscere – prosegue – le strategie di impegno di un gruppo di liceali, la sfida di alcuni imprenditori, vogliamo mostrare un'Italia viva: aziende, università, comunità che ci propongono un modo diverso di concepire le risorse economiche, gli spazi comuni, la nostra stessa esistenza”.
E saranno portate in scena le vicende di Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino, ammazzato dalla 'ndrangheta nel giugno del 1983; di Elena Ferraro, giovane imprenditrice trapanese che rifiuta di pagare il pizzo al cugino latitante Messina Denaro; di Sanitaensamble, orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli; di TorPiùBella, associazione che si occupa di rigenerazione urbana nel quartiere di Tor Bella Monaca, a Roma. C'è tutta l'Italia, in queste storie, e il teatro le contiene per restituire allo spettatore pezzi di verità da ricomporre in un nuovo orizzonte di legalità pura, autentica.
L'obiettivo è proprio quello di stimolare i giovani spettatori a una riflessione matura, invitandoli a farsi domande, a riflettere sui comportamenti rispettosi delle regole, sugli esempi attuali di rinascita, crescita, sviluppi sociali e territoriali virtuosi.
Finora il progetto ha realizzato percorsi formativi per ben 10 mila studenti, applicando il linguaggio teatrale nell'insegnamento del lavoro di squadra.
“Quello che leggiamo sui giornali – commenta Giulia Miniati – si confonde con mille quotidiane sollecitazioni e spesso si dimentica. Il silenzio e il buio del teatro ci inducono all'ascolto, a sentirci più comunità e meno individui soli e distratti, facendo riemergere il senso del vivere civile”.
Lo spettacolo è parte integrante de Il palcoscenico della legalità, progetto nazionale ideato e coordinato da The Co2 Crisis Opportunity Onlus, coprodotto da Teatro di Roma, Teatro Stabile di Napoli, Emilia Romagna Teatro e Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus. In scena: Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo, con i musicisti Tommaso Di Giulio alle chitarre e Paolo Volpini alla batteria.
Per maggiori informazioni sugli eventi e i biglietti, è possibile consultare il sito www.casateatroragazzi.it