Economia e lavoro - 08 maggio 2018, 15:54

Coldiretti Piemonte: progetti di filiera ed etichettatura per arginare il danno del falso Made in Italy

Il cosiddetto Italian Sounding colpisce tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi e ai prodotti d’eccellenza dell’agroalimentare piemontese

Con oltre 100 miliardi di valore e +70 per cento di aumento nel corso degli ultimi 10 anni, il valore del falso Made in Italy sottrae risorse al Paese e mina la sopravvivenza delle aziende agricole che sono alla base del nostro sistema agroalimentare.

L’impennata di questo fenomeno, evidenziata dallo studio presentato da Coldiretti, all’inaugurazione di Cibus a Parma, dove per la prima volta è stata aperta la più grande esposizione sul “Made in Italy rubato”, trova riscontro nella “fame” di Italia che c’è all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost, ma anche guerre commerciali scaturite da tensioni politiche come l’embargo russo con un vero boom nella produzione locale del cibo Made in Italy taroccato.

Il cosiddetto Italian Sounding colpisce, in misura diversa, tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi e ai prodotti d’eccellenza dell’agroalimentare piemontese. Con le sue 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc, il danno all’economia del Piemonte è importante se consideriamo che uno stop alla contraffazione permetterebbe di triplicare le esportazioni e, contestualmente, allentare la pressione sui prezzi dei prodotti agricoli, il cui vero valore viene oggi mortificato.

“La qualità e salubrità del prodotto Made in Piemonte viene evidenziata dagli investimenti nelle filiere locali e dai progetti economici messi in atto anche con i Consorzi Agrari – spiegano Fabrizio Galliati vice presidente Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Attività che suscitano interesse all’estero, soprattutto in Oriente da dove arrivano segnali di richiesta per lo sviluppo della filiera del latte in polvere che vede oggi in Piemonte l’unica esperienza italiana di prodotto di alta qualità. Anche l’industria piemontese sembra essersi accorta che l’unica strada per resistere sui mercati internazionali, avversi a regole di trasparenza, sia quella di creare sinergia con il mondo agricolo per remunerare adeguatamente gli sforzi dei produttori e mantenere il tessuto imprenditoriale. E’, quindi, opportuno – concludono Galliati e Rivarossa – puntare su accordi di filiera per contrastare politiche europee, come quelle che hanno portato al Ceta, ai negoziati con Giappone, Mercosur, Messico e Singapore, che trattano il settore come merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale ed ambientale”.

A tal proposito, continua la petizione #stopcibofalso che, solo in Piemonte ha già raccolto più di 30 mila firme dei consumatori, al fine di difendere le produzioni locali ed il lavoro degli imprenditori, bloccando le speculazioni che ostacolano l’economia del territorio. E’ possibile sottoscriverla sul sito www.stopcibofalso.coldiretti.it oltre che presso i mercati di Campagna Amica (per l’elenco consultare il sito www.campagnamica.it) e gli uffici Coldiretti diffusi su tutto il territorio piemontese.

c.s.